Articoli sull'Architettura, il Design e la Progettazione
Gli acquedotti romani - Struttura e Funzionamento
- Categoria: Architettura e Design
- 22 Giu
- Scritto da Prof. Arch. Renata Bizzotto, Arch. Maria Letizia Mancuso
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Gli acquedotti romani raccoglievano l'acqua da diverse sorgenti naturali situate a notevole distanza dalla città (la più lontana era quella dell'Anio Novus, 59 miglia o 87 km ad est di Roma).
L'aqua veniva scelta in conseguenza di molti fattori: la sua purezza, il suo sapore, la sua temperatura, le sue supposte proprietà medicamentose, attribuite ai sali minerali contenuti, e la posizione delle sue sorgenti, che dovevano essere visibilmente pure e limpide, inaccessibili all'inquinamento e prive di muschio e di canne. Si dovevano esaminare le condizioni generali delle bestie che ne consumavano. Se la fonte era nuova, i campioni dovevano essere analizzati in contenitori di bronzo di buona qualità per accertare la capacità di corrosione, l'effervescenza, la viscosità, i corpi estranei e il punto di ebollizione.