Appunti per una storia dei Magi
Nel corso dei secoli, molte leggende sono fiorite attorno a 3 famosi personaggi, chiamati in greco Màgos, in persiano Magu, in avestico Mogu, che percorsero un lungo viaggio, guidati da una stella, per raggiungere il luogo ove era nato il ‘Salvatore del Mondo’.
Il vangelo di Matteo li chiama Magi venuti da Oriente e, probabilmente, essi appartenevano ad una setta di seguaci di Zarathustra o, forse, ad una fazione costituita ancor prima, dai sacerdoti di Ahura Mazda, dio dello spirito e della luce.
I loro nomi – Melchior, Baltasar e Caspar – furono italianizzati in Melchior-re, Baldassar-re e Gaspa-re, (dove il suffisso re indicava la peculiarità regale).
In tutte le religioni medio-orientali (ebraica, caldea, amorrea, mazdeista, ecc.) si attendeva il Messia, il Soccorritore, nato da una vergine in una grotta, non in una stalla, come alcuni artisti hanno raffigurato la nascita di Gesù. Ancora in una caverna è ambientata la Natività, nel proto-vangelo di Giacomo.
Del resto, anche la nascita di Mitra è ambientata in una grotta e pure lui era stato generato da una vergine; idem dìcasi per il figlio di Zarathustra, nato da una vergine, che si era bagnata nelle acque dove il profeta aveva depositato il suo seme, ed anche questo figlio è chiamato Soter, ossia Soccorritore, Salvatore.
Presso alcuni popoli, la trasmissione orale del mito ricorda ben 12 Magi ma, probabilmente, l’equivoco nacque dal fatto che ognuno dei 3 Re viaggiava scortato da un seguito di 3 servi, anch’essi sfarzosamente abbigliati e la misera plebe, vedendo transitare quelle persone riccamente vestite, li equiparò tutti in dignità, ritenendoli dunque 12 Magi!
Altre versioni della ‘Leggenda dei Magi’ si trovano nel Vangelo arabo-siriano e nella ‘Rivelazione di Seth’ (il terzo figlio di Adamo). In Mesopotamia circolava anche una leggenda, simile alla suddetta ‘rivelazione’, che attribuiva ai Magi il ritrovamento di un tesoro, in una Caverna Sacra.
Si sarebbe trattato del Tesoro di Adamo, che comprendeva Oro, Argento e Mirra – proprio i doni che i Magi portarono a Gesù – ma anche il Libro della Rivelazione, ossia il libro dell’Arcana Sapienza (Sophia) lasciato nella grotta ai tempi dell’Eden e destinato, appunto, ad essere donato al Messia.
Il libro era stato donato da Dio ad Adamo e questi, prima di morire, lo nascose in una grotta ove rimase sino al ritrovamento operato dai Magi i quali, donandolo a Gesù, lo investivano del mandato divino, ossia l’incarico di confermare l’alleanza con il popolo eletto (gli Ebrei) già in passato promessa a Mosè.
La consacrazione di un Re, o di un profeta, o di un capo carismatico, tradizionalmente avveniva ungendo il prescelto e tale è appunto il significato del termine Messia: ‘unto da Dio’.
Secondo il pseudo-vangelo di Matteo, i 3 Magi giunsero da Gesù 2 anni dopo la sua nascita e ciò spiegherebbe perché Erode dispose l’uccisione di bimbi sino ai 2 anni, altrimenti si sarebbe limitato a far strage di neonati!
Su tale presupposto, si dovrebbe differire di 2 anni anche l’apparizione della famosa ‘stella’ che li guidava, inutilmente cercata dagli astronomi tra i fenomeni celesti a cavallo dell’anno 7 o 6 a.C. sotto forma di cometa periodica, nova, supernova, ecc. Pertanto il fenomeno andrebbe ricercato alla fine del 5° o inizio del 4° anno a.C.
Un altro studio, invece, attribuisce l’evento luminoso alla congiunzione di Giove-Saturno, visibile nella costellazione dei Pesci, proprio tra la fine dell’anno 7 e l’inizio dell’anno 6 a.C.
Autorevoli Padri della Chiesa, come Origene e Giovanni Crisostomo affermarono che quella luce-guida non era una stella, né una cometa ma era, invece, una ‘potenza celeste’, venuta appositamente per guidare i 3 Re-Sapienti verso la grotta di Betlemme.
Dunque… una luce artificiale e non terrestre!
Riconsiderando l’ipotesi oggi, si potrebbe teorizzare un’incursione aliena; paragonabile alla visita ricevuta da Gesù sul monte Tabor, quand’egli si trasfigurò e divenne luminoso ed accecante, come i suoi 2 misteriosi visitatori, che Pietro ipotizzò potessero essere Mosè ed Elia.
Per i primi tre secoli dell’era cristiana, la natività era celebrata il 6 gennaio, in coincidenza con l’epifania (nelle chiese orientali) sino a ché la Liturgia Romana impose la coincidenza del Natale con le antiche feste (pagane) del Sol Invictus, verso il solstizio d’inverno, dunque in prossimità del 25 dicembre.
L’omaggio reso dai tre Re Magi rappresenta, forse, la sottomissione a Gesù di tre diversi regni geografici, ossia le terre d’Asia, d’Europa, d’Africa. Oppure simboleggia le tre diverse età dell’uomo. Spesso, infatti, i tre regnanti sono raffigurati nei 3 aspetti: giovane, maturo e vecchio.
Una leggenda, poi accettata come verità, narra che Sant’Elena (madre di Costantino) trovò le spoglie dei 3 mitici Re Magi in un oriente vicino alla Palestina e le recò a Costantinopoli. Di là, qualche tempo appresso (nel IV secolo) Sant’Eustorgio le portò a Milano, di cui era vescovo. Da Milano, saccheggiata dall’imperatore Federico Barbarossa, il vescovo di Colonia le traslò alfine nella sua città, dove sono tutt’ora.
Il mitico racconto afferma che, a quell’epoca, i corpi erano ancora intatti, completi di pelle e capelli, dimostrando le tre rispettive età di 15, 30 e 60 anni!
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