Inseguendo Guareschi: Brescello, Boretto e Cavriago
«Il Po comincia a Piacenza, e a Piacenza comincia anche il Mondo Piccolo delle mie storie, il quale Mondo Piccolo è situato in quella fetta di pianura che sta fra il Po e l’Appennino.
Il piccolo mondo del Mondo Piccolo non è qui però: non è in nessun posto fisso: il paese di Mondo Piccolo è un puntino nero che si muove, assieme ai suoi Pepponi e ai suoi Smilzi, in su e giù lungo il fiume per quella fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino: ma il clima è questo.» [Giovannino Guareschi, Mondo Piccolo]
«C’era una volta un piccolo paesino chiamato Brescello. Continuiamo la storia sempre uguale e sempre diversa, perché sempre uguale e sempre diversa è la storia del parroco Don Camillo e del sindaco Peppone. Brescello visto da destra è il paese di Don Camillo, visto da sinistra è il paese di Peppone, visto dall’alto è della gente che litiga senza mai essere nemici, tanto che la coscienza ha sempre l’ultima parola.» [Giovannino Guareschi, Il compagno don Camillo]
Partimmo in due e fummo abbastanza… Macchina accesa e molta voglia di divertirsi! Arrivammo in quel di Brescello (RE) e il primo monumento che ci accolse fu il mezzobusto di Giovannino Guareschi nel parco a lui intitolato.
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (nato a Fontanelle di Roccabianca il 1º maggio 1908 e morto a Cervia il 22 luglio 1968) è stato uno scrittore e giornalista italiano, oltre che caricaturista e umorista. È tuttora uno degli scrittori italiani più venduti nel mondo: oltre 20 milioni di copie, anche grazie alla creazione di due personaggi storici della letteratura italiana prima, e del cinema poi: Don Camillo (che parla con il Cristo crocifisso) e Peppone (di nome Giuseppe Bottazzi) per la prima volta comparsi, a puntante, sul Candido, settimanale umoristico fondato dallo stesso Guareschi assieme a Giovanni Mosca nel 1945 a Milano.
La prima pubblicazione della raccolta di racconti – edita da Rizzoli nel 1948 – prese il nome dal Don Camillo che faceva parte della serie Mondo Piccolo, quindi dal titolo originario: Mondo Piccolo “Don Camillo”.
Dato il grande successo dell’opera è stata fatta una trasposizione cinematografica nel 1952 dal titolo Don Camillo con la sceneggiatura di Guareschi, la regia di Julien Duvivier e dove il personaggio letterario di Don Camillo ha trovato incarnazione in Fernandel (Fernand Joseph Désiré Contandin), mentre il ruolo del sindaco Peppone è stato interpretato da Gino Cervi. Anche questa opera ha riscontrato grande interesse presso la critica (nel 1953 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori film stranieri dell’anno) e del pubblico, così che furono girati altri 4 film.
I film furono ambientati proprio a Brescello sia perché è uno dei tanti paesi della ‘bassa padana’ vicini al fiume Po, come indica in modo generale Guareschi nei suoi racconti, ma sopratutto perché la Piazza (Piazza Matteotti) ha una peculiarità: ospita sia il Comune rappresentato dal sindaco Peppone sia la chiesa parrocchiale, “casa” di Don Camillo. In questo modo il regista poté mettere in risalto quella continua lotta e inevitabile amicizia fra i due personaggi (che rappresentano i due maggiori partiti italiani dell’epoca).
Nel parco, assieme alla statua rimane ancora oggi una locomotiva a vapore Gruppo 835 sui binari e degli attrezzi da campagna, usati durante le riprese dei film, e adiacente al parco si trova la sede del Museo Peppone e Don Camillo (ex monastero San Benedetto completamente ristrutturato), al cui interno sono raggruppati i cimeli usati durante la ripresa dei film – come la mitica Guzzi 500 Sport 14 di Peppone, le bici, i guanti da box de Il ritorno di Don Camillo, i fucili, le locandine, le immagini del backstage di film e pure il proiettore “Victoria” del cinema Verdi, col quale è stato proiettata la prima mondiale del film Don Camillo.
Sempre dentro il Museo è stata ripercorsa la vita “movimentata” del Guareschi, con le sue opere e i suoi fumetti satirici dell’epoca; inoltre, è presente la ricostruzione dello studio del noto liutaio Raffaele Vaccari (soprannominato Faiól e nato a Lentigione di Brescello) e nel bookshop è possibile comprare i libri di Guareschi, i film e le simpatiche bottiglie di Lambrusco con sopra le immagini di Peppone, Don Camillo e Guareschi.
Usciti dal museo in direzione della piazza, si incontra un carro armato americano (che tuttavia non è il M26 Pershing del film Don Camillo e l’onorevole Peppone).
Sicuramente la parte più bella e caratteristica di tutto il paese è la Piazza Matteotti: qui, davanti alla chiesa parrocchiale in stile ottocentesco (dedicata a Santa Maria Nascente) è stata collocata la statua di Don Camillo (con la bibbia in mano) mentre poco più in là di fronte al municipio è stata messa una statua di Peppone (con in tasca il giornale L’Unità e fazzoletto al collo). Le statue bronzee sono state realizzate dallo scultore Andrea Zangani per il 50° anniversario del primo film.
Al centro della piazza si erge, su un piedistallo marmoreo, la statua di Ercole del Sansovino. All’interno della chiesa – non nell’abside come nei film – è stato lasciato il famoso ‘crocifisso parlante’.
Per le vie del paese si è creato un percorso cinematografico per scoprire vari richiami ai film: ad esempio, sotto i portici troviamo la campana, e in un angolo il disegno di Gina. Il percorso ci porta al vicino paese di Boretto, situato sulla riva sinistra del Po, anch’esso location per alcune scene dei film, come il bagno nelle acque del fiume da parte di Don Camillo.
Al ritorno della gita, ci siamo fermati a Cavriago, sempre in provincia di Reggio nell’Emilia: oltre ad essere paese natale di Orietta Berti, ospita il busto di Lenin (pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov) nell’omonima piazza. Il busto è stato donato al comune di Cavriago dall’Ambasciata romana dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, in occasione del primo centenario della nascita di Lenin ed è stato collocato il 19/04/1970 nella piazza intitolata al fondatore dell’Unione Sovietica.
Realizzato da operai ucraini nel 1922, nel ’42 fu bottino di guerra delle truppe di occupazione fascista (è ancora possibile vedere il foro di un proiettile). Ora il busto originale si trova all’ingresso del Centro Culturale Comunale, mentre nella piazza c’è una copia in quanto l’originale è stata vittima di attacchi vandalici.
Fonti
– Foto di viaggio di Tommaso Trombetta
Lascia un commento