La leggenda di San Giacomo nella ‘Cronaca’ di Jacopo da Varagine
Dopo la morte di Gesù, Giacomo il maggiore, figlio di Zebedeo e fratello di San Giovanni evangelista, cominciò il suo apostolato in Spagna ma… con scarso successo, perché riuscì a radunare solo 9 proseliti!
Deluso, tornò a Gerusalemme ma, anche qui, all’inizio trovò ben poco seguito (un solo discepolo) sino a che un mago locale di nome Ermogene, sostenuto dai Farisei, cercò di screditarlo e inviò contro di lui un collaboratore, Fileto, con il compito di palesare miracoli più rilevanti di quelli di Giacomo, il quale però riuscì a convertirlo al cristianesimo.
Furioso, Ermogene evocò i demoni e li scagliò addosso a Giacomo ma questi riuscì a rivoltarglieli contro ed allora il mago s’arrese; portò tutti i suoi libri di magia a Giacomo, li gettò in mare e pregò l’apostolo d’accettare il suo pentimento.
Da quel momento, i giudei reputarono Giacomo un capo religioso molto potente (quasi certamente legato agli Esseni) e presero a seguire la sua predicazione, con somma preoccupazione del sovrano Erode Agrippa, che infine condannò San Giacomo alla decapitazione.
Il sant’uomo riuscì persino a convertire il boia che lo stava conducendo al patibolo ma, alfine, furono decapitati assieme.
I discepoli rubarono il cadavere, lo posero su un vascello con il timone bloccato e l’affidarono ai venti, che portarono l’imbarcazione sino in Galizia.
Colà regnava la bella e crudele regina Luva, alla quale i cristiani spagnoli chiesero concessione d’un luogo ove seppellire Giacomo.
Luva li osteggiò: spinse contro di loro un drago sputa-fuoco e tori infuriati ma i discepoli affrontarono il pericolo, facendosi il segno della croce: il drago finì sbudellato ed i tori ammansiti come agnelli; vennero infatti aggiogati ad un carro, su cui fu posta una grande pietra, con sopra le spoglie di Giacomo.
La pietra si modellò come tenera cera ed accolse il corpo del santo, i tori ed il carro s’allontanarono, seguendo la luce di una ‘stella’ che li guidava, sino a ché l’astro si fermò ed in quel luogo venne eretta la tomba di San Giacomo.
Anche la regina Luva si convertì al cristianesimo e poi, col passare del tempo, mito e luogo di sepoltura furono dimenticati.
Non se ne parlò più per quasi 800 anni… sino a quando un eremita galiziano, Pelagio, sognò degli angeli che gl’indicarono la presenza delle reliquie del santo, proprio lì, nella sua terra!
Pelagio avvertì il suo vescovo Teodomiro e questi diede ordine di effettuare scavi in un luogo ove, di notte, brillava una strana e fulgente ‘stella’ a otto punte (come quella dei Magi!): fu ritrovato il sepolcro, con le spoglie di San Giacomo, il re Alfonso II fece erigere colà una chiesa ed inviò un osso del santo a Carlo Magno, che s ‘affrettò a comunicare la notizia al papa Leone III, e quest’ultimo propagò la notizia in tutto il mondo.
La leggenda non ebbe più confini, da ogni luogo cominciarono ad affluire i pellegrini, cui San Giacomo elargì numerosi miracoli ed il Camino de Santiago è frequentato tutt’ora, dopo più di 1000 anni, sino a quella località chiamata Compostela (da ‘campus stellae’).
Lascia un commento