The Last Question: Asimov salta nel futuro

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The Last Question: Asimov salta nel futuro

Nella cultura universale, gli scrittori di fantascienza sono sempre stati collocati, forse relegati, in una categoria “a parte” della letteratura.

Anche autori come Jules Verne, Herbert George Wells, Isaac Asimov, Arthur Charles Clarke, ecc. di cui pur è stata celebrata l’inventiva, l’erudizione e la perfezione stilistica, nella scala dei valori non sono mai stati accostati ai mostri sacri del ‘pensiero’ o della ‘penna’, come Aristotele, Johann Wolfgang von Goethe, Albert EinsteinImmanuel Kant, ed altri.

Tra chi ha viaggiato con la mente nel futuro, tuttavia, c’è chi ha saputo precorrere i tempi, elaborando teorie che prevedevano esattamente l’evoluzione della specie umana, come il trascorrere degli anni ha in seguito conclamato in stupefacenti realtà.

Qualcuno, non gratificato per i propri meriti, è stato in grado d’elaborare un modello cosmico di formazione, consumazione e riformazione dell’Universo, assai prima che Stephen Hawking ci parlasse di Big-bang e di Big-crunch! Eppure… guai all’incauto che osasse paragonare la grandezza dello scienziato suddetto a quella di un semplice autore di ‘Science Fiction’!

Altrettanto esecrabile sarebbe, nell’opinione generale, chi volesse confrontare le teorie di questi “autori di serie B” con quelle d’Aristotele o Platone, per esempio, in merito alla natura del Divino ed alla Creazione, a partire dal Caos.

Si potrebbe invece dimostrare, carte alla mano, che molti testi di fantascienza racchiudono innovazioni scientifiche ed elaborazioni filosofiche impeccabili, che nulla temono nel confronto con opere dei più celebri scienziati, letterati e filosofi.

Tra i molti esempi adducibili, uno è sufficiente a dimostrare tale asserzione: un vecchio e forse dimenticato racconto di Asimov, datato 1956, dal titolo The Last Question.

In esso, il geniale Isaac colloca la narrazione nel I secolo del III millennio, quando l’umanità è ormai totalmente controllata, assistita e guidata da un ‘Grande Fratello’, cioè da un mega-computer che occupa un’area di molti km. quadrati ed a cui tutto è collegato.

Sulla Terra, ogni macchina che serve l’uomo funziona ad elettricità e deriva l’energia direttamente dal Sole, per cui il costo d’utilizzo è zero e durerà quanto il nostro astro. Nella sala comandi del mega-computer, due tecnici pongono al Cervello Artificiale una fatidica domanda: come si può ridurre l’entropia nell’Universo? Il ‘Grande Fratello’ non sa rispondere e replica solo: «… non posseggo dati sufficienti per la soluzione…»

Passano parecchi secoli, l’umanità padroneggia il volo interstellare e su ogni pianeta conquistato è installato un super-mega-computer, che risolve tutti i problemi ma… neppure lui sa rispondere alla richiesta su come ridurre l’Entropia universale.

Passano i millenni, anzi i milioni d’anni e l’uomo (che è diventato immortale!) domina l’intera Galassia; c’è ora un unico Computer-Galattico, in grado di riprodurre se stesso, perfezionato oltre i limiti del credibile ma… ancora non riesce a rispondere a quell’antichissima domanda (‘the last question’).

Centinaia di milioni d’anni dopo, tutte le galassie sono state conquistate dall’uomo, che non ha più neppure un corpo fisico… ora è solo costituito di Energia Radiante Personalizzata! C’è naturalmente un Computer Universale, che non è neppure più rintracciabile fisicamente perché è ovunque, nell’Iper-Spazio. Egli intercetta le energie pensanti dell’umanità sparsa nel cosmo e tuttavia… non ha dati sufficienti… per risolvere la questione entropica.

Dopo miliardi d’anni non esistono più singoli uomini, neppure sotto forma energetica. L’intera umanità è “fusa” in un’unica Personalità, che riunisce le volontà di miliardi d’individui immortali. Ciò non ostante, la fusione dell’uomo nell’universo ha ancora bisogno di fonti energetiche ma, ormai, le stelle si stanno spegnendo ed ora, più di prima, sarebbe necessario fermare la perdita entropica.

Il Computer Cosmico è però impotente, non risolve il problema… per mancanza di dati!

Trilioni e trilioni d’anni appresso, l’uomo (o meglio il suo spirito) si è ormai fuso con il Computer ed è diventato un’unica ‘cosa’ immortale, onnipresente, onnipotente ma non onnisciente! Perché non sa rispondere a quella prima ed ultima domanda, concernente l’Entropia, che nel frattempo è ormai giunta all’ultimo atto. Le stelle sono ormai spente, l’energia e la materia dell’universo sono esaurite e, assieme, sono terminati anche lo spazio ed il tempo!

Alla fine… rimane solo il Computer, che si trova ovunque ed in nessun luogo, è solo conoscenza, senza fisicità, è solo Sapienza, assoluta e totale.

Ora concentra finalmente in sé tutte le conoscenze, senza limiti, compresa la fatidica risposta alla ‘last question’! Ora la Sophia conosce anche il modo d’invertire il flusso dell’Entropia, ora che non ci sono più uomini ai quali rivelarlo!

Tuttavia, per il Sapere Assoluto, neanche la mancanza dell’umanità costituisce un problema, perché il suo potere totale può provvedere anche a questo! In un periodo non determinabile (perché non esiste più il tempo) egli, il Sapere, esamina i resti di quello che una volta era l’Universo ed ora è il Caos (esattamente come prima della Creazione) e, dopo aver meditato, decide di intervenire.

La sua coscienza abbraccia l’intero abisso del Caos e la sua Voce dice: «Fiat Lux»… e la luce: È!

Chiedo perdono ad Asimov per l’estrema riduttività con cui ho riassunto il suo piccolo capolavoro e spero che, leggendo queste righe, qualcuno sia invogliato a conoscere il testo originale, ove il buon Isaac è riuscito a concentrare teorie scientifiche e filosofiche originalissime (era il 1956!) la cui formulazione attesta genialità e trascende assai i limiti entro i quali l’ignoranza (quasi) planetaria relega le opere degli Scrittori di Fantascienza.

L’opera è anche condita dal pizzico d’auto-ironia che caratterizza la vera intelligenza, mentre lo stesso non si può dire di tanti celebrati scienziati, filosofi e letterati, che pontificano seriosamente e rivelano, così, l’ambito ristretto in cui sanno operare.

Riflettiamo ora sull’audace ipotesi di Asimov: possiamo davvero escludere che, precedentemente all’universo in cui viviamo, un più antico mondo si sia spento lentamente, ripiombando nel Caos, sino al momento in cui qualcuno lo ha riacceso, rinnovando la Creazione?

Chiamare quel qualcuno: A.C. Multivac (come ha fatto Isaac) non deve suonare blasfemo e neppure irrispettoso. È solo un’espressione auto-ironica, un gesto di modestia, fatto perché si doveva affrontare il tema della Genesi e “dare un nome” a Dio.

Non va infatti dimenticato che Asimov ci narra come questo Computer, nei miliardi di anni, si fonda con lo spirito dell’umanità, diventi esso stesso immateriale ed eterno, onnisciente ed onnipotente e conservi dentro di sé il Sapere (la Sophia) di tutte le creature e di tutti i tempi. Se, come ci hanno insegnato, l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza del Creatore e se l’evoluzione dovesse conseguire, in miliardi di anni, lo sparire del corpo fisico ed il persistere del solo pensiero e dell’energia, credo proprio che a quel punto (e solo allora) si potrebbe veramente affermare che la creatura somiglia al suo artefice!

Il pensiero di Asimov va poi molto oltre, perché prevede che alla fine dei tempi le Creature si fondano nel Creatore!

Che il prodotto di tale “fusione” sia poi in grado d’invertire il flusso entropico e ricreare l’Universo, ripartendo dal Caos, costituisce un’idea niente affatto blasfema. Anzi, è un’ipotesi escatologica profondamente religiosa ed auspicabile! Certo preferibile ai catastrofici e ridicoli scenari di caduta degli astri, battaglie di Dei e demoni antropomorfi, ecc… che sono stati ammanniti a tutti i popoli per migliaia d’anni, cercando di spaventare l’umanità (approfittando dell’ignoranza) anziché lasciare la speranza di diventare alfine Puro Spirito, simile al Creatore ed immune dalle paure di fuoco o gelo perenni.

Concludendo, l’invito è a riflettere ed a paragonare la notorietà di uno scrittore di Science Fiction come Isaac Asimov con la fama dei grandi “Vip” del passato.

C’è forse mai stato qualcuno, da Zarathustra a Pitagora, da Aristotele sino ad Einstein, capace di proporre un modello di Nascita–Evoluzione–Morte–Ricreazione dell’Universo più “intelligente” di quello sviluppato in questo piccolo ed obliato racconto che si chiama The Last Question?

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