Cesare Cantù, Margherita Pusterla, Ed. Ernesto Oliva, 1859
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Il romanzo di Cesare Cantù vede protagonista Margherita Visconti, una nobile vissuta nel 1300, tanto bella quanto sfortunata.
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Descrizione
Edizione e Anno | Ernesto Oliva, Milano, 1859 | Illustrazioni | Ritratto dell’autore nelle prime pagine |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 537 |
Dimensioni | 10 x 15,5 x 2,8 cm. | Peso (senza imballo) | 0,27 kg. |
Descrizione |
Cesare Cantù è uno scrittore ragguardevole nel panorama Italiano dell’Ottocento: a lui dobbiamo, infatti, Margherita Pusterla, un romanzo storico che ancora oggi riesce a suscitare il nostro interesse. Nato a Brivio nel 1804, oltre a questo romanzo Cantù scrive numerose opere soprattutto di carattere storico. Accusato di aver partecipato alla Giovane Italia, nonché a un programma di riforme politiche e sociali, si guadagna diversi mesi di carcere e proprio durante questa circostanza, tra mille disagi, inizia a scrivere Margherita Pusterla, un’opera che ha l’intenzione di ricreare, attraverso l’immaginazione, un’atroce vicenda realmente accaduta. La donna è insinuata da tutte le parti per la sua bellezza, tradita persino dal marito che non rinuncia ad altre conquiste femminili, confinata in un carcere durissimo, senza nessuna figura amica a consolarla. Come nei Promessi Sposi, anche qui la fede cristiana diviene spesso l’ultimo appiglio a cui i personaggi posso aggrapparsi per trovare una speranza e per tentare di riconciliarsi con il mondo. Tuttavia, proprio perché Cantù decide di rimanere fedele a una vicenda realmente accaduta, nel complesso Margherita Pusterla risulta un’opera più pessimista rispetto a quella di Manzoni, se non altro per il mancato lieto fine. La fede per Margherita è l’ultimo baluardo contro la crudeltà che la circonda, ma non la salva dall’andare incontro a una sorte tra le più amare che si possano immaginare. La sua storia, così impressionante, ha dato persino avvio a delle leggende, che sopravvivono ancora oggi. Si dice, infatti, che intorno al castello di Invorio, in provincia di Novara, vagherebbe ancora il fantasma della bella Margherita. |
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Note bibliografiche |
Edizione («fatta sotto gli occhi dell’autore») a copertina rigida in mezza pelle ed applicazioni decorative in carta ai piatti, titolata al dorso, con ritratto dell’autore in antiporta, rilegata a filo, con taglio laterale delle pagine non rifilato; incisione del ritratto dell’autore collocato stranamente tra le pagg. 8 e 9 (un’aggiunta inserita da un proprietario precedente?). |
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Stato di conservazione |
Buono [a livello strutturale, non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure particolari che vadano evidenziate; legatura morbida ma robusta; ingiallimento della carta nella norma; copertine vissute ma integre, con spigoli un po’ arrotondati ed usure superficiali alle decorazioni dei piatti; coste inscurite dalla polvere; mancanza delle pagine 11-15, anche se non sono visibili strappi (un fallo editoriale?); mancanza di un frammento del ritratto dell’autore]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,27 kg |
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Dimensioni | 10 × 15,5 × 2,8 cm |
Autore/i | Cesare Ambrogio Cantù [1804-1895] |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Anno di pubblicazione | |
Formato | |
Genere | |
Soggetto | |
Lingua |
Condition | Good |
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Notes | A livello strutturale, non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure particolari che vadano evidenziate; legatura morbida ma robusta; ingiallimento della carta nella norma; copertine vissute ma integre, con spigoli un po' arrotondati ed usure superficiali alle decorazioni dei piatti; coste inscurite dalla polvere; mancanza delle pagine 11-15, anche se non sono visibili strappi (un fallo editoriale?); mancanza di un frammento del ritratto dell'autore, che comunque forse non apparteneva all'opera originale. |
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