Collana ‘Classici della Filosofia’: Opere Latine di Giordano Bruno, Ed. UTET, 1980

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Da una delle più famose Collane di UTET, diretta da Nicola Abbagnano, il volume dedicato alle Opere Latine di Giordano Bruno.

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Descrizione

Edizione UTET, Torino, 1980 Curatela Carlo Monti
N. Volumi 1 N. Pagine 832
Dimensioni 15,5 x 23,5 x 4,7 cm. Peso 1,24 kg.
Descrizione

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a una delle più famose, nutrite e longeve Collane UTET, diretta da Nicola Abbagnano, il volume dedicato alle Opere Latine di Giordano Bruno. Nello specifico, il volume contiene Il triplice minimo e la misuraLa monade, il numero e la figuraL’immenso e gli innumerevoli.

«Felice Tocco, dopo aver suddiviso le opere latine del Bruno in quattro gruppi, assegna al quarto di essi le cosiddette opere costruttive, vale a dire quelle implicanti la costruzione di «nuove teorie», ovvero la famosa trilogia latina assieme alla Summa terminorum metaphisicorum. Ad esso fa per altro corrispondere una particolare fase della speculazione bruniana da identificarsi con il trapasso dal monismo eracliteo all’atomismo di Democrito e Leucippo, che sarebbe comunque da collocarsi su uno sfondo animistico. Ciò comproverebbe la tendenza eclettica del Nolano, volta a superare, pur senza riuscirvi sempre, le contraddizioni di vari sistemi filosofici come dimostrerebbe la tensione animismo-atomismo che il Nolano, nella sua sostanzialità, avrebbe lasciato insoluta.
Ma se quello dell’eclettismo appare il punto di vista di non poche interpretazioni, mi sembra che il porre l’accento sulla pluralità delle sollecitazioni, degli spunti e delle soluzioni presenti nelle opere latine, non significhi accettazione di tale punto di vista, quanto piuttosto la convinzione che i Poemi francofortesi siano l’espressione di una sostanziale sintesi, quanto si voglia travagliata, ma tale da potersi a ragione considerare come l’ultima elaborazione e sistemazione del pensiero bruniano, quale fase conclusiva del suo stesso processo di evoluzione; il che di per sé sconfessa la validità di un certo tipo di atteggiamento storiografico che vuole concluso il periodo di maturazione del Nolano con la fase londinese e considera i poemi latini sulla base di una scheletrica corrispondenza con i dialoghi italiani.
Sulla base di queste premesse, un riscontro con le opere italiane al fine di considerarne le analogie e le diversità, appare opportuno soltanto alla luce della convinzione che la presenza di tesi contra- stanti non stia tanto ad indicare un’intima incoerenza, quanto la tensione tra ispirazione umanistica ed esigenze metafisiche che, proprio nella trilogia latina,
Bruno riesce a placare, allorché giustifica su definitive basi dottrinali il rapporto uno-molti e definisce l’universo come una infinita realtà unitaria, ricorrendo ai concetti di atomo, di monade, di minimo.

Se di novità, poi, possiamo parlare a proposito dei poemi latini, essa è da ravvisarsi, forse, nella parte matematica, svolta dal Bruno (si pensi alla polemica contro la dottrina degli irrazionali e degli incommensurabili, contro la trigonometria, contro i canoni dei triangoli sferici) all’insegna di una funzione speculativa imperniata proprio sulla concezione del minimo.
Nel 1964 sono state pubblicate delle lezioni inedite del Bruno di argomento matematico, le quali si possono considerare illuminanti riguardo ai motivi contingenti del rientro di
Bruno in Italia; si tratta delle Praelectiones geometricae (suddivise in Axiomata, Theoremata, Problemata; le prime due sezioni illustrano geometricamente postulati ed enunciazioni del libro IV del De minimo, la terza i problemi del libro V) con l’aggiunta del trattato dell’Ars deformationum, le cui sei dimostrazioni principali rimandano al dialogo De Mordenti circino, ai libri III e IV del De minimo, mentre il paragrafo Instrumentum deformationum rinvia al capitolo XI del De monade.

I tre aspetti dei Poemi francofortesi, come vengono illustrati dalle Praelectiones ed esplicitamente dichiarati dal Bruno nella dedica al De immenso, originariamente concepita quale introduzione all’intera trilogia, sono: matematico (De minimo); metafisico (De monade); fisico (De immenso).

Nel De minimo si tratta da un punto di vista dottrinario e rigoroso il problema degli elementi originari; nel De monade si ricerca l’accordo tra rivelazione, fede e divinazione con i fondamenti dell’opinione e dell’esperienza; nel De immenso si adducono inequivocabili dimostrazioni dell’infinità dell’universo, affrontando, correlativamente, i problemi della disposizione dei mondi, dell’unità dell’universo governato da un unico principio, del modo in cui implicitamente ed esplicitamente si rivela l’ordine naturale…».

[dall’Introduzione]

Note bibliografiche

Prima edizione del 1980 della celebre Collana diretta da Nicola Abbagnano, a copertina rigida in tela grigia, con titoli e stampigliature in oro al dorso (anche su inserto bordeaux) e capitelli in tessuto blu; rilegata a filo; stampata su carta opaca di buona qualità, con ampie marginature alle pagine; arricchita da fotografie e disegni in B/N.

Stato di conservazione

Più che Ottimo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte e senza difetti palesi; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo (solo su un paio di fogli, un piccolissimo foro da bruciatura, che non inficia la lettura ma che non permette di definire il libro ‘Come Nuovo‘; protezione editoriale in acetato trasparente ben tenuta e senza cedimenti]

Informazioni aggiuntive

Peso 1,24 kg
Dimensioni 15,5 × 23,5 × 4,7 cm
Autore/i

Giordano Bruno [1548-1600]

Collana

Classici della Filosofia

Edizione

Luogo di pubblicazione

Torino

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Illustrazioni

Curatore

Carlo Monti

Formato

Genere

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte e senza difetti palesi; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo (solo su un paio di fogli, un piccolissimo foro da bruciatura, che non inficia la lettura ma che non permette di definire il libro 'Come Nuovo'; protezione editoriale in acetato trasparente ben tenuta e senza cedimenti.

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