Collana ‘Classici Italiani’: Romanzieri del Seicento, Ed. UTET, 1974

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Da una delle più famose Collane letterarie di UTET, diretta da Mario Fubini, il volume dedicato alla letteratura dei romanzieri del Seicento.

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Descrizione

Edizione UTET, Torino, 1974 Curatela Martino Capucci [1926-2013]
N. Volumi 1 N. Pagine 810
Dimensioni 15,5 x 23,5 x 5,1 cm. Peso 1,52 kg.
Descrizione

D

a una delle più famose, nutrite e longeve Collane UTET, diretta da Mario Fubini, il volume dedicato alla letteratura dei romanzieri del Seicento.

“Romanzieri” inclusi nel volume: Giovan Francesco Biondi, Francesco Pona, Pace Pasini, Ferrante Pallavicino, Maiolino Bisaccioni, Anton Giulio Brignole Sale, Giovanni Ambrosio Marini, Luca Assarino, Poliziano Mancini, Bernardo Morando, Girolamo Brusoni, Giuseppe Artale, Francesco Fulvio Frugoni, Gregorio Leti, Giovan Paolo Marana.

«Il bibliofilo ha poche occasioni d’incontro con i romanzi del Seicento: i cataloghi d’antiquariato non gliene offrono quasi mai e l’ultima grossa raccolta è quella consegnata nel 1950 alla settima sezione degli Autori italiani del Seicento della milanese Libreria Vinciana. Anche la ricerca di biblioteca riserva difficoltà considerevoli e mette di fronte a non pochi misteri romanzeschi: di copie uniche, di romanzi variamente citati e ormai irreperibili, di sedicenti romanzi che tali in realtà non sono.
Questo della completa esplorazione bibliografica di un territorio così spinoso è un compito ancora aperto agli studi, nonostante i molti e rilevanti materiali che sono stati raccolti nel corso d’ottanta anni, a partire dal meritorio libro di
Adolfo Albertazzi sino all’accurata e per molti versi esemplare bibliografia di Albert N. Mancini.
Neppure di facile soluzione sono sempre i problemi testuali provocati dall’intricata tradizione a stampa: non pare che in questa materia si possa adottare quel principio editoriale che privilegia sempre le redazioni e stampe ultime come manifestazione della volontà definitiva dell’autore (principio che anche per altre cose da competentissimi editori e filologi è stato revocato in dubbio); e non solo per la presenza (nella
Lucerna, ad esempio, e nel Principe Nigello) di quelle che il Firpo ha chiamato correzioni coatte – si tratti di repressione censoria o, al contrario, di quella particolare coa- zione che deriva dal successo e sforza l’autore a subire una profluvie di stampe sempre meno corrette -, ma più perché la volontà del- l’autore non sempre può essere pensata come dominante, se non esclusiva.
Si può ricorrere alla filologia più scaltrita, collazionare molte stampe, identificare le abitudini ortografiche e sintattiche degli autori; e questo può riuscire parzialmente vano se non si pensa che protagonista di queste vicende solo in parte filologiche è un’arte tipografica gravemente decaduta: però le innumerevoli varianti che si potrebbero raccogliere in un ideale apparato saranno da ascrivere molto spesso, piuttosto che all’intenzione correttiva dell’autore, all’intervento, certo acritico, di tipografi improvvisati che sovente non dovevano andar oltre i loro limiti dialettali.
Molte e varie sono le vie di una ricerca che voglia chiarire le linee discriminanti dei vari generi romanzeschi: le relazioni, interne ed esterne agli autori, tra romanzo e letteratura «alta»; il rapporto col pubblico; i problemi editoriali già in qualche modo industriali. Non v’è dubbio che i limiti nostri di documentazione, la frequente polivalenza di autori capaci di operare indifferentemente sul versante dell’impegno severo e su quello della divagazione capricciosa, e infine l’intrinseca natura di questi romanzi, son cose che concorrono a dare un’impressione di ambiguità.
Che cosa si deve pensare delle frequenti dichiarazioni che suggeriscono un’interpretazione disimpegnata e persino ludica di queste opere, che spesso son dette «nate nell’ozio»? Se si legge la dedicatoria al granduca di Toscana dell’
Erosmando di Prospero Bonarelli («Or ecco un nuovo, e per aventura l’ultimo parto dello stesso mio ingegno, nato fra gli ozi, che mercé della singularissima bontà di V. A. qui nella mia patria con tanto mio onore e comodo fortunatamente mi godo») sembra di cogliervi il desiderio di non caricare il libro di troppe responsabilità, annettendolo a un genere lieve e facendolo derivare da una condizione cortigiana che però lascia spazio per l’opera inutile; ma il Morando, pur se, nel proemio alla sua Rosalinda, dichiara un’iniziale leggerezza nell’occasione del racconto («Vaglia il vero, ch’io cominciai da scherzo questo racconto per un breve trattenimento di villa nella lunghezza de’ giorni estivi»), promette poi grandi orizzonti: «le turbolenze dell’Inghilterra; i movimenti del Turco; ondeggiamenti di guerra, notizie di Stati: glorie d’Eroi, ed altri affari del Mondo, in breve campo ristretti ».

[dall’Introduzione]

Note bibliografiche

Prima edizione del 1974 della celebre Collana letteraria diretta da Mario Fubini, a copertina rigida in tela verde, con titoli e stampigliature in oro al dorso (anche su inserto nero) e capitelli in tessuto verde; rilegata a filo; stampata su carta opaca di buona qualità, con ampie marginature alle pagine; arricchita da fotografie in B/N f.t.

Stato di conservazione

Più che Ottimo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e resistente; copertine rigide quasi intatte e con irrilevanti velature di polvere appena accennate; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo, mancanza della protezione editoriale in acetato trasparente]

Informazioni aggiuntive

Peso 1,52 kg
Dimensioni 15,5 × 23,5 × 5,1 cm
Collana

Classici Italiani

Edizione

Luogo di pubblicazione

Torino

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Illustrazioni

Curatore

Martino Capucci [1926-2013]

Formato

Genere

Soggetto

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes Il il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e resistente; copertine rigide quasi intatte e con irrilevanti velature di polvere appena accennate; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo, mancanza della protezione editoriale in acetato trasparente.

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