Cultura popolare nell’Emilia Romagna. Vita di borgo e artigianato, Ed. Silvana, 1980

37,00 [35,58 + I.V.A.]

Quarto volume autoconclusivo di una serie di 6 che si pone l’obbiettivo di illustrare la storia e l’evoluzione culturale e sociale in Emilia Romagna, soffermandosi in particolar modo sugli aspetti antropologici e della cultura popolare.

Descrizione

Edizione Silvana Editoriale, Milano, 1980 Collana Cultura popolare nell’Emilia Romagna
Campagna fotografica Marco Ravenna Illustrazioni Fotografie e disegni in B/N e a colori
N. Volumi 1 N. Pagine 269
Dimensioni 26 x 33 x 3,3 cm. Peso 2,64 kg.
Descrizione

L

a presentazione di questo nuovo lavoro sulla cultura popolare nell’Emilia Romagna non può trascurare inizialmente l’osservazione sull’itinerario che l’architettura generale della collana ha prefissato per la propra ricerca e per i propri obiettivi. Mentre i primi due volumi hanno voluto esplicitare le grandi strutture storiche e spirituali che fungono da condizioni vincolanti ed espressive del manifestarsi umano nele nostre terre, il terzo e il quarto sono dedicati al lavoro, rispettivamente legato alle faticose fruizioni delle risorse dell’ambiente, o invece innalzato – avviene nelle botteghe – alle perizie dell’elaborazione più raffinata.

Quanta sapienza e quanta scienza sperimentale possano svilupparsi dal lavoro, già l’abbiamo constatato nel precedente studio sui mestieri della terra e delle acque, che ha ottenuto una concorde approvazione.

In questo volume tali qualità si dispiegano in una antologia straordinaria, di smagliante bellezza formale e di rivelazione somma dell’intelligenza fabrile di un’epoca pre-industriale, nella quale l’uomo di sé soltanto – per così dire – poteva servirsi per creare. La trattazione dell’artigianato ha postulato strettamente l’indagine sulla vita di borgo; nel quadro della cultura popolare la vita di borgo spicca per importanza, anche per gli antichi e forti legami con il mondo contadino, ma soprattutto come luogo dove si sviluppano i necessari ingegni delle trasformazioni dei prodotti e della elaborazione dei manufatti.

È ben vero che dall’antica separazione-opposizione tra castellani e borghigiani (ovvero tra gli abitanti del castello e quelli fuori dalle sue mura) già il medioevo dell’età comunale aveva forgiato i cives, i cittadini, ma è altrettanto vero che assai presto nella città si formò una nuova e dura gerarchia. Nella civitas avviene però, in protrazione storica, il fenomeno determinante dell’incontro delle due culture, quella colta e quella popolare.

Tra gli elementi di essa (e quante furono, e sono, le piccole e minori civitates nell’Emilia Romagna) spicca la presenza ecclesiastica. Come i templi e gli oratori polarizzano e determinano la configurazione urbanistica dell’aggregato civile, così la Chiesa opera per molti secoli una potente fusione culturale che avvicina le più alte rivelazioni teologiche, le scienze della natura, le espressioni letterarie, figurali, musicali, e la sapienza materiale.

L’edificio ecclesiastico diventa il luogo stesso di questo incontro: dalla consacrazione congiunta del tempo, dello spazio, delle cose create e del lavoro, che avviene nella cattedrale romanica, alle manifestazioni gloriose dei secoli post-rinascimentali. L’artigianato, che si offre al servizio del culto e della catechesi, assorbe le spiritualità del cristianesimo e le significa in opere amnmirevoli.

Ma questo ruolo d’incontro che la Chiesa impersona, si esplica medesimamente, in scala territoriale, nello spazio agricolo. È la parrocchia che diviene il fulcro di ciascuna plaga contadina; piccola fucina del pensiero; luogo di concentrazione degli interessi intellettuali; punto di concorso di culture distanti; timone di governo morale e nucleo vitale della convergente area contermine.

Il vano ecclesiale è lo scrigno di deposito delle opere dell’arte e del lavoro: soggetto di contemplazione, di amorosa gelosia, di continuo arricchimento da parte della comunità. D’altra parte tutti i molteplici segmenti della vita civile richiedono, con una percettibile accelerazione storica, servizi ed oggetti sempre più elaborati. L’artigianato vi risponde allargando le proprie fonti di alimentazione formale, scoprendo ed affinando le tecniche, e divenendo spesso creatore di significati assoluti.

Per tale ragione questo volume, pur osservando uno spazio temporale di prospezione assai lato, accentua in modo particolare la documentazione dei secoli XVII e XVIII, dove sotto gli incanti delle meraviglie stilistiche, nascono autenticamente la mentalità officinale moderna e gli obiettivi tecnologici che stanno alla base dell’era industriale.

Seguendo il coerente criterio della collana, anche il progetto del presente volume ha compiuto la scelta della illuminazione dei fenomeni di fondo della cultura popolare. Appaiono pertanto tre capitoli concettuali e basilari: sulla vita di borgo, su un esempio di organizzazione sociale assistenziale, e sulla centralità ecclesiastica. Intorno a questi si svolgono i capitoli scientifici sui vari artigianati. Non tutte le attività di bottega, evidentemente, vi sono trattate; anzi, la scelta è rimasta ristretta agli ambiti fondamentali e più tipici della regione; l’artigianato edile, glorioso per l’uso del cotto e di molte sapienze; la ceramica, vanto specificamente faentino; le scagliole, che in Carpi ebbero il fulcro italiano più prestigioso; le celebri sete, i metali; l’intaglio ligneo e gli stucchi architettonici.

Un quadro complesso e importante, come si vede, per la prima volta posto in luce simultaneamente, e dal punto di vista di coloro che ne sono stati gli autori: gli artigiani, questo popolo nobile che tanto ha dato alla nostra storia e alla nostra dignità.

 

Indice:

  • Forme di vita e modelli culturali, di Piero Camporesi
  • La fabbrica delle spose, di Luisa Ciammitti
  • Capi Maestri, Maestri da Cazzuola, Manoali, Fabriche e Padroni, di Antonio Nicoli
  • La ceramica, di Giancarlo Boiani
  • Fabbri, peltrai e ramai, di Jadranka Bentini
  • Chiesa, cultura, territorio, di Andrea Emiliani
  • Metalli per il culto, di Jadranka Bentini
  • L’intaglio ligneo e la pietra scolpita nei Ducati, di Massimo Pirondini
  • L’artigianato del legno e dello stucco nelle Legazioni pontificie, di Rosa D’Amico
  • I paliotti in scagliola, di Anna Colombi Ferretti
  • Le stoffe di seta: produzione e commercio, di Elisabetta Bazzani, Marta Cuoghi Costantini e Jolanda Silvestri
Note bibliografiche

Edizione di strenna bancaria del 1980 pubblicata da Silvana Editoriale per conto della Federazione delle Casse di Risparmio e delle Banche del Monte dell’Emilia e Romagna, a copertina rigida in tela verde-oliva con titolazioni in bianco al piatto e al dorso; dotata di sovracoperta lucida fotografica; rilegata a filo e di grande formato; ricca di un notevole repertorio fotografico in B/N e a colori; stampata su carta semilucida di buona qualità e grammatura.

Stato di conservazione

Come Nuovo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine rigide quasi intatte; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai bordi e poche opacità da sfregamento ai piatti; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo o assente].

Informazioni aggiuntive

Peso 2,64 kg
Dimensioni 26 × 33 × 3,3 cm
Edizione

Luogo di pubblicazione

Milano

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Illustrazioni

Formato

Genere

Soggetto

,

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine rigide quasi intatte; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai bordi e poche opacità da sfregamento ai piatti; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo o assente.

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