Curzio Malaparte, Kaputt, Ed. Casella, 1946
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Kaputt è un libro scritto da Curzio Malaparte: un insieme di episodi, in parte autobiografici, tenuti assieme dal riferimento alla cornice bellica in cui si dipana il racconto.
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Descrizione
Edizione e Anno | Casella, Napoli, 1946 | Illustrazioni | — |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 641 |
Dimensioni | 15 x 20,5 x 4,3 cm. | Peso (senza imballo) | 0,64 kg. |
Descrizione |
Kaputt è un libro scritto da Curzio Malaparte (alias tra il 1941 ed il 1943. È difficile definirlo un romanzo nel senso comune del termine: non ha uno sviluppo di trama prevedibile. È piuttosto un insieme di episodi, in parte autobiografici, tenuti assieme dal riferimento alla cornice bellica in cui si dipana il racconto. Uno degli aspetti più sorprendenti del libro è la sua poliedricità linguistica: è infatti scritto prevalentemente in italiano, ma ha ampi inserti in quasi tutte le lingue europee e slave, con una certa prevalenza di tedesco (qualcosa di più di una seconda lingua per l’autore), e di francese, la lingua della diplomazia — di cui Malaparte stesso era stato membro — e il più delle volte senza alcuna traduzione. Malaparte racconta fatti realmente vissuti dallo scrittore (anche se a volte “romanzati”) che per lo più vaga per varie zone di operazione, formalmente in qualità di capitano dell’esercito italiano, ma svolgendo in concreto un ruolo di corrispondente di guerra, che lo avvicina alla figura di Ernest Hemingway. Si sofferma però anche sulla vita “romana”, alla “corte” dell’allora ministro degli esteri Galeazzo Ciano. Il libro contiene anche agghiaccianti “affreschi” della persecuzione degli ebrei proposti con un atteggiamento paradossalmente cinico e compassionevole insieme. Il filo conduttore dell’intera narrazione è rappresentato dalla morte-Passione di una serie di animali. Tra questi un cavallo, che assurge a simbolo della patria-Europa e la cui morte in sogno, appeso ai bracci di una croce, simboleggia l’agonia di quest’ultima e la fine del Sacro in un mondo mondo oramai segnato dalla tecnica e dalla viltà. Si caratterizza per uno stile visionario e a tratti brutale, per la narrazione in prima persona. I dialoghi sono improntati alla tagliente, surreale ironia con cui il narratore caratterizza soprattutto gli interlocutori più altolocati, che spesso frequenta. A proposito degli altri personaggi, va osservato come essi siano in buon numero realmente esistiti, e nel libro si rivolgano allo scrittore chiamandolo con il suo “nome d’arte”, invece che con le sue effettive generalità (vedasi in nota; il particolare sembra poco verosimile ed accentua il carattere di “realtà parallela” che connota la narrazione, sempre in bilico tra storia ed immaginazione). |
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Note bibliografiche |
Terza Edizione del 1946, rilegata artigianalmente, a copertina rigida cartonata marrone con mezza tela più chiara al dorso e agli spigoli; titoli e fregi dorati al dorso; rilegata a filo. Non sempre agevole da reperire sul mercato, quest’edizione ha raggiunto a volte quotazioni tra €70 ed €100. |
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Stato di conservazione |
Più che Ottimo [volume strutturalmente molto più che funzionale seppur con alcuni segni del tempo, come le piccole abrasioni superficiali ai piatti delle copertine e le sporadiche fioriture/ingiallimenti alle pagine e alle coste, abbastanza frequenti su questo tipo di carta ed epoca; legatura artigianale resistente e ben snodata]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,64 kg |
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Dimensioni | 15 × 20,5 × 4,3 cm |
Autore/i | Curzio Malaparte [1898-1957] |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Napoli |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Formato | |
Genere | |
Soggetto | |
Lingua |
Condition | Very Good |
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Notes | Volume strutturalmente molto più che funzionale seppur con alcuni segni del tempo, come le piccole abrasioni superficiali ai piatti delle copertine e le sporadiche fioriture/ingiallimenti alle pagine e alle coste, abbastanza frequenti su questo tipo di carta ed epoca; legatura artigianale resistente e ben snodata. |
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