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M. Gregori, A. Paolucci e C.A. Luchinat (a cura di), Maestri e botteghe. Pittura a Firenze alla fine del Quattrocento, Ed. Silvana, 1992

M. Gregori, A. Paolucci e C.A. Luchinat (a cura di), Maestri e botteghe. Pittura a Firenze alla fine del Quattrocento, Ed. Silvana, 1992

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Il ruolo delle botteghe, dove i pittori si formavano, e la grande ricchezza di cognizioni che esse possedevano sono già documentati agli inizi del Quattrocento

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Descrizione

Edizione Silvana Editoriale, Milano, 1992 Curatela Mina Gregori, Antonio Paolucci e Cristina Acidini Luchinat
Redazione Monica Braga Illustrazioni Fotografie in B/N e a colori
N. Volumi 1 N. Pagine 309
Dimensioni 24,8 x 26,6 x 2,7 cm. Peso 1,66 kg.
Descrizione

I

l ruolo delle botteghe, dove i pittori si formavano, e la grande ricchezza di cognizioni che esse possedevano sono già documentati agli inizi del Quattrocento dal trattato di Cennino Cennini. II linguaggio che vi circolava e i termini che gli artisti usavano anche per definire le innovazioni del secolo saranno adottati nel 1481 dall’umanista Cristoforo Landino nel commento alla Divina Commedia per caratterizzare i pittori nell’intento di celebrare l’eccellenza dei fiorentini in ogni campo. A Michael Baxandall dobbiamo la recente analisi di questo testo fondamentale.

La mostra ha impegnato un gruppo di giovani studiose, Anna Maria Bernacchioni, Cecilia Filippini, Nicoletta Pons, Lisa Venturini, guidate da Anna Padoa Rizzo e afferenti al Dipartimento di Storia delle arti e dello spettacolo dell’Università di Firenze, e alcuni funzionari della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Firenze, Cristina Acidini Luchinat, Antonio Natali, Maria Sframeli, Carlo Sisi, ai quali va il nostro ringraziamento per la cordiale collaborazione. E un vivo grazie esprimo anche a Gigetta Dalli Regoli e a Everett Fahy per il loro prezioso contributo.

La rassegna vuole essere l’omaggio al primato fiorentino che consistette non soltanto nel disegno, ma anche nella consumata conoscenza delle tecniche e in una straordinaria manualità. Rivolta in particolare alla pittura del tempo di Lorenzo il Magnifico, ha anche scopi didattici e intende partecipare al pubblico le conoscenze che oggi possediamo sulla struttura delle botteghe di quel periodo, il cui considerevole numero era già noto dalla testimonianza attendibile di Benedetto Dei, sulla loro ubicazione, sui loro compiti a vari livelli e sui manufatti di diverso uso e destinazione che uscirono anche dalle officine più importanti.

Questi e altri aspetti, come il fenomeno della mobilità dei pittori e del loro passaggio da una bottega all’altra, in qualche caso probabilmente associati a formare delle «compagnie» (legami di mutua assistenza e di collaborazione che ci ha fatto conoscere Ugo Procacci), e l’attività delle botteghe famigliari sono affrontati per la prima volta in un quadro d’insieme che, fondato su specifiche ricerche filologiche, prende le mosse dai contributi di Federico Zeri e di Everett Fahy e dalle ricerche più recenti di Gigetta Dalli Regoli e di Anna Padoa Rizzo e spero sarà di grande interesse anche per gli storici. Va anche notato che alcune proposte danno consistenza a personalità note soltanto con i “nomi d’arte” coniati dai critici

Indice:

  • PREMESSA, di Mina Gregori
  • PRESENTAZIONE, di Antonio Paolucci
  • INTRODUZIONE, di Anna Padoa Rizzo
  • LE BOTTEGHE DI PITTURA: LUOGHI, STRUTTURE E ATTIVITÀ, di Annamaria Bermacchioni
    1. DIPINTI A PIÙ MANI, di Nicoletta Pons
    2. IL TIROCINIO DELL’ARTISTA
      • LA BOTTEGA COME LUOGO DI FORMAZIONE, di Anna Padoa Rizzo
      • IL DISEGNO NELLA BOTTEGA, di Gigetta Dalli Regoli
    3. DINASTIE DI PITTORI, di Anna Padoa Rizzo, Nicoletta Pons, Lisa Venturini
    4. DALL’IDEA DEL MAESTRO ALL’OPERA COMPIUTA, di Lisa Venturini
    5. MODELLI FORTUNATI E PRODUZIONE DI SERIE, di Lisa Venturini
    6. “COPIE” DA DIPINTI ILLUSTRI, di Lisa Venturini
    7. TRADIZIONE E ARCAISMI
      • LE FORME DELLA TRADIZIONE: PITTORI FRA CONTINUITA E INNOVAZIONI, di Annamaria Bernacchioni
      • IL RECUPERO DEL FONDO D’ORO E ALTRE TENDENZE, di Cecilia Filippini
    8. RIQUADRATURE E RESTAURI” DI POLITTICI TRECENTESCHI O PALE D’ALTARE NELLA SECONDA METÀ DEL QUATTROCENTO, di Cecilia Filippini
    9. «IL TEMPIO IN CASA»: IMMAGINI ALLEGORIE MOBILI “STORIATI”
      • ARREDI DOMESTICI E OGGETTI DI DEVOZIONE PRIVATA, di Nicoletta Pons
      • TEMATICHE E SOGGETTI RAPPRESENTATI SU FORZIERI, SPALLIERE E DESCHI DA PARTO, di Cecilia Filippini
    10. L’UNITÀ DELLE ARTI IN BOTTEGA, di Nicoletta Pons
  • PITTORI FIORENTINI AL SERVIZIO DEI PAPI, di Cristina Acidini Luchinat
  • UN ALTRO PITTORE FIORENTINO NELL’APPARTAMENTO BORGIA: IL MAESTRO DEL TONDO BORGHESE, di Lisa Venturini
  • BIBLIOGRAFIA
  • INDICE DEGLI ARTISTI
Note bibliografiche

Prima Edizione del 1992 con funzione di Catalogo della Mostra omonima svoltasi presso Palazzo Strozzi a Firenze dal 16 ottobre 1992 al 10 gennaio 1993, a copertina rigida in tela rossa con titoli dorati al piatto e al dorso; dotata di sovracoperta semi-lucida fotografica a colori; rilegata a filo; stampata su carta semi-lucida di buona qualità e grammatura, con ampie marginature ai paragrafi e layout del testo su due colonne; ricca di fotografie in B/N e a colori.

Stato di conservazione

Come Nuovo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi assente; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai margini]

Informazioni aggiuntive

Peso 1,66 kg
Dimensioni 24,8 × 26,6 × 2,7 cm
Edizione

Luogo di pubblicazione

Milano

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Formato

Illustrazioni

Genere

Soggetto

Colore principale

Lingua

Condition n/a
Notes Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi assente; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai margini.

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