Geneviève Lacambre (a cura di), Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt, Ed. Ferrara Arte, 2007
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Il Simbolismo è una delle più importanti correnti della fine del XIX secolo, un ponte tra l’Ottocento e il Novecento e una delle premesse fondamentali alle avanguardie del XX secolo…
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Descrizione
Edizione | Ferrara Arte, Ferrara, 2007 | Illustrazioni | Fotografie a colori |
Curatela | Geneviève Lacambre | Traduzione | Mary Archer |
Coordinamento scientifico | Barbara Guidi | Schede | Geneviève Lacambre, Dominique Lobstein e Luisa Capodieci |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 333 |
Dimensioni | 24 x 30,7 x 2,8 cm. | Peso | 2,02 kg. |
Descrizione |
I l Simbolismo è una delle più importanti correnti artistiche della fine del XIX secolo. La sua poetica, alternativa sia alla pittura accademica che alle più avanzate tendenze del realismo e dell’impressionismo, rappresenta un ponte tra l’Ottocento e il Novecento e costituisce una delle premesse fondamentali alle rivoluzioni formali attuate dalle avanguardie del XX secolo. Per rileggere e far conoscere questo importante movimento, Ferrara Arte, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, propone una retrospettiva curata da Geneviève Lacambre, conservatrice onoraria del Musée d’Orsay, con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Una selezione di un centinaio di capolavori, provenienti dalle più prestigiose raccolte pubbliche e private di tutto il mondo, ripercorre i momenti salienti di quella eccezionale stagione artistica, facendola rivivere attraverso alcuni dei suoi temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione, il mistero e i grandi miti. La mostra prende avvio con i “precursori”, quegli artisti visionari che, poco dopo la metà dell’Ottocento, anticiparono la sensibilità simbolista creando opere gremite di simboli e raffinate allegorie. Convinti che la pittura non dovesse limitarsi a fornire una trascrizione della realtà e della natura, essi recuperarono la lezione dei maestri del passato e scelsero di indagare le dimensioni dell’interiorità, dell’immaginazione e del sogno. Tra loro spiccano: Gustave Moreau, con la sua la pittura preziosa ed erudita; Pierre Puvis de Chavannes, autore di ieratiche rievocazioni di una perduta età dell’oro; Arnold Böcklin, inventore di atmosfere sospese e romantiche; Rossetti, che dipinse fanciulle dalla bellezza ideale; Edward Burne-Jones, le cui ambientazioni in leggendari mondi cavallereschi stregarono il pubblico del tempo; e Félicien Rops, ideatore di raffigurazioni ironiche e dissacratorie. Quando nel 1886, a pochi mesi dalla chiusura dell’ottava e ultima mostra impressionista, il poeta Jean Moréas pubblicò a Parigi il Manifesto del simbolismo, il dibattito su questa “nuova arte” si era ormai diffuso in tutti i campi della creazione estetica, diventando, sullo scorcio del secolo, un fenomeno di portata internazionale. Gli artisti protagonisti di questo movimento elessero loro capiscuola quei geniali pittori della generazione precedente e, ispirandosi a loro, crearono opere d’arte straordinarie. La seconda sezione della mostra presenta i più importanti protagonisti di questa stagione: Odilon Redon, con le sue meravigliose creazioni sospese tra realtà e fantasia; Paul Gauguin, creatore di un inedito e raffinato primitivismo; i Nabis con la loro pittura fatta di eleganti arabeschi e colori fulgidi; gli artisti della Rosacroce, tra cui Fernand Khnopff e Jean Delville, sacerdoti di un’arte misteriosa e fuori dal tempo; gli animatori delle esposizioni del Groupe des XX e quelli della Libre Esthétique a Bruxelles, che ospitarono anche Auguste Rodin, Max Klinger e Aubrey Beardsley; e, infine, i tedeschi Hans Thoma e Franz Von Stuck, gli artisti dell’Europa dell’Est e Edvard Munch, che con i suoi quadri creò uno straordinario diario pittorico delle emozioni umane. La parte conclusiva della mostra illustra il perdurare dell’estetica simbolista agli inizi del Novecento. Accanto ad alcuni celebri maestri italiani, come Gaetano Previati, Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo, in questa sezione sono presenti Frantisek Kupka e Piet Mondrian, con opere del loro primo periodo simbolista, Munch, con due capolavori della maturità che preannunciano l’espressionismo e, infine, gli artisti gravitanti nell’ambiente della Secessione viennese. Fra questi, Wilhelm List, Ferdinand Hodler e Gustav Klimt, creatore di meravigliosi dipinti in cui il significato simbolico è affidato alla contrapposizione tra la preziosità delle linee e dei colori ed elementi figurativi di peculiare realismo.
Indice:
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Note bibliografiche |
Pubblicazione di Ferrara Arte del 2007, con funzione di Catalogo dell’omonima mostra svoltasi a Ferrara presso il Palazzo dei Diamanti dal 18 Febbraio al 20 Maggio 2007, a copertina rigida cartonata fotografica a colori, con titoli in bianco al piatto e al dorso; rilegata a filo; stampata su carta semi-lucida di buona qualità, con buone marginature alle pagine. Esaurito anche presso l’Editore. |
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Stato di conservazione |
Come Nuovo [a livello strutturale non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e molto resistente; copertine rigide molto ben conservate, con pochi segni del tempo e lievissime opacità da sfregamento ai piatti; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi inesistente] |
Informazioni aggiuntive
Peso | 2,02 kg |
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Dimensioni | 24 × 30,7 × 2,8 cm |
Luogo di pubblicazione | Ferrara |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Illustrazioni | |
Formato | |
Genere | |
Soggetto | |
Colore principale | |
Lingua |
Condition | n/a |
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Notes | A livello strutturale non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e molto resistente; copertine rigide molto ben conservate, con pochi segni del tempo e lievissime opacità da sfregamento ai piatti; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi inesistente. |
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