Francesco Federico Mancini, Pintoricchio, Ed. Silvana / Menarini, 2007
€43,00 [€41,35 + I.V.A.]
Bernardino di Betto Betti [Pintoricchio], è stato un pittore italiano, il cui soprannome (“piccolo pittore”) derivava dalla sua corporatura minuta ed egli stesso lo fece proprio usandolo per firmare alcune opere…
- Descrizione
- Informazioni aggiuntive
- Recensioni (0)
Descrizione
Edizione | Silvana Editoriale per Ind. Farm. A. Menarini, Milano, 2007 | Direzione editoriale | Dario Cimorelli |
Redazione | Elena Caldara | Art Director | Giacomo Merli |
Traduzione | Audrey Higgans e Margherita Moscatelli | Illustrazioni | Fotografie a colori |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 271 |
Dimensioni | 24,8 x 33,2 x 2,5 cm. | Peso | 2,06 kg. |
Descrizione |
“E t eravi ancora un altro maestro nominato da molti el Pentoricchio, e da molti appellato Sordicchio, perché era sordo, e piccolo, de poco aspetto e apparenza: e come quello maestro Pietro era primo de quella arte, cosi costui era secondo, e anco lui per maestro non aveva pari nel mondo. Sicché ancora de questa arte erano nella città nostra nati homini dignissimi e virtuosi come nelle altre facultà e virtù”. Nella cronaca di Francesco Maturanzio, noto umanista perugino in familiarità con il mondo dell’arte (suo è il programma iconografico del Collegio del Cambio di Perugia), Pintoricchio viene presentato come uomo di aspetto sgradevole, sordo e di bassa statura; ed è giudicato “secondo” rispetto a “maestro Pietro” (Perugino), considerato “homo singolare de quell’arte, in quel tempo, per tutto l’universo mondo”. La fin troppo prevedibile gerarchia di valori che attribuisce al maestro di Città della Pieve la palma di “famossissimus in arte pictorum” risponde, nel pensiero di Maturanzio, alla differenza che esiste fra un pittore come Perugino, che si esprime attraverso la ricerca di un classico equilibrio compositivo e di un’armonica combinazione di forme e colori, e un artista come Pintoricchio, che preferisce al passo lento di Perugino, alla pausata cadenza dei suoi racconti figurati, un linguaggio rapido e disinvolto, una composizione affollata e variopinta, una parlata vibrante e colorita. Ma al di là di questa classificazione, in linea con la mentalità di Maturanzio e con le sue colte frequentazioni letterarie, occorre dire che il raffinato umanista perugino, nel porre i due maestri al vertice della sua considerazione, non tralascia di esprimere apprezzamento per tutti gli “huomini dignissimi e virtuosi” che contribuirono a far grande la storia artistica della sua patria. Se la città nel corso del Quattrocento divenne, come ha scritto Cristopher F. Black, “un gioiello nella tiara papale”, ciò accadde per il concorso di molte, favorevoli circostanze. Una solida economia basata sullo sfruttamento delle fertili campagne del Trasimeno e del Chiugi, un equilibrato assetto politico e istituzionale, una progressiva nobilizzazione della società cittadina posero le basi per l’affermazione di un contesto culturale vivace, stimolante, propositivo, aperto a scambi con l’esterno; niente di più lontano dalla realtà descritta da Giorgio Vasari il quale, per spiegare la folgorante carriera di Vannucci e spostare ogni merito su Firenze, presentò Perugia come una città della periferia pontificia culturalmente depressa, travagliata da “estreme calamità” incapace di offrire gli stimoli necessari per diventare artisti di rango. Condizionata da un progetto storiografico che vedeva in Firenze l’indiscusso centro del sistema, la verità di Vasari fu costruita a tavolino. Stando al suo racconto, il giovanissimo Pietro era stato messo “dal padre per fattorino a un dipintore di Perugia il quale non era molto valente in quel mestiero”, ma aveva il grande merito di amare l’arte e di saper distinguere “gli uomini che in quella erano eccellenti”. La fortuna dell’esordiente Vannucci era stata quella di incontrare un maestro mediocre ma sensibile e lungimirante; dopo tutto, proprio lui aveva suggerito al promettente discepolo di intraprendere l’avventura fiorentina. Il racconto di Vasari, funzionale a un assunto encomiastico, chiaramente sbilanciato su Firenze, getta un’ombra immeritata sulla realtà perugina, ritenuta talmente provinciale da offrire, nel campo dell’arte, poco più che il buon senso di un modesto “dipintore”. L’operazione dello storiografo aretino, fatta, come ha scritto Pietro Scarpellini, “per instillare nel lettore questa radicale differenziazione tra le due città, i principali poli tra cui si muove l’attività peruginesca”, era una palese forzatura, una ricostruzione capziosa e interessata…
Indice:
|
||
Note bibliografiche |
Pubblicazione di strenna aziendale per A. Menarini, realizzata nel 2007 da Silvana Editoriale, di grande formato, a copertina rigida in tela blu, con titoli e fregi dorati al dorso; rilegata a filo; stampata su carta semi-lucida di buona qualità, con ampie marginature alle pagine; dotata di sovracoperta lucida fotografica a colori; ricchissima di fotografie a colori anche a tutta pagina; protetta da una custodia editoriale in cartoncino spesso. |
||
Stato di conservazione |
Come Nuovo [a livello strutturale non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte; sovracoperta in ottimo stato, con leggere opacità da sfregamento ai piatti e minimi segni di vissuto ai margini; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi inesistente; custodia in cartone completa e funzionale, ma con diverse consunzioni alla colorazione esterna e segni di vissuto ai bordi e agli spigoli] |
Informazioni aggiuntive
Peso | 2,06 kg |
---|---|
Dimensioni | 24,8 × 33,2 × 2,5 cm |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Formato | |
Illustrazioni | |
Genere | |
Soggetto | |
Colore principale | |
Lingua |
Condition | n/a |
---|---|
Notes | A livello strutturale non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide pressoché intatte; sovracoperta in ottimo stato, con leggere opacità da sfregamento ai piatti e minimi segni di vissuto ai margini; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine quasi inesistente; custodia in cartone completa e funzionale, ma con diverse consunzioni alla colorazione esterna e segni di vissuto ai bordi e agli spigoli. |
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.