Mariarosaria Barbera (a cura di), La Collezione Gorga, Ed. Electa, 1999
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I primi risultati degli studi in corso essenzialmente sui materiali antichi, per ricomporre l’immensa collezione di Evan Gorga, i cui reperti coprono un arco cronologico esteso all’intero Evo antico…
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Descrizione
Curatela | Mariarosaria Barbera | Appendici / Bibliografia | Maria Rita Giuliani / Maria Teresa Natale |
Editore | Electa, Milano, 1999 | Illustrazioni | Fotografie e disegni in B/N e a colori |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 295 |
Dimensioni | 22,4 x 28,7 x 2,6 cm. | Peso | 1,57 kg. |
Descrizione |
N el gennaio del 1987, il Soprintendente Adriano La Regina mi affidò la cura scientifica e la responsabilità amministrativa della Collezione Gorga. La mia prima reazione fu di grande sgomento: le poche carte di cui disponevo restituivano infatti l’immagine della più disparata congerie di oggetti che si potesse immaginare, dai vasi micenei ai bronzetti nuragici, al vasellame fittile e metallico a partire dall’età del Ferro fino almeno alla tarda antichità, a enormi quantità di terrecotte, stucchi, affreschi e vetri romani, compreso un certo numero di falsi e pastiches. Per di più, nonostante il sistematico e disastroso smembramento subito dalla collezione, gli oggetti di epoca antica formalmente assegnati alla Soprintendenza Archeologica di Roma – e per essa al Museo Nazionale Romano – raggiungevano un numero assolutamente spropositato, nell’ordine di parecchie decine di migliaia. Mancava inoltre un elenco di tutti i materiali pervenuti alla Soprintendenza e la documentazione cartacea esistente si rivelava drammaticamente lacunosa, a dispetto delle accurate ricerche che, su incarico della Soprintendenza, furono immediatamente svolte presso tutti gli archivi disponibili grazie alla collaborazione di Silvia Bruni. La Commissione ministeriale, composta da Luciano Laurenzi, Massimo Pallottino e Pietro Romanelli, nonché il cosiddetto “Ufficio Gorga”, costituito presso il Ministero della Pubblica Istruzione sotto la direzione di Valerio Ciantarani, dovevano aver esaminato e prodotto negli anni Cinquanta tonnellate di documenti, prima di esaurire le rispettive funzioni e, insieme, le forze di molti funzionari addetti alla titanica opera: dov’erano finite tutte le carte? Il trasferimento di competenze al Ministero per i Beni Culturalı e Ambientaliı, istituito nel 1975, e i successivi, molteplici traslochi a ciò connessi devono aver avuto una parte rilevante nella perdita della documentazione. Nuclei di documenti di una qualche consistenza si trovano nell’Archivio Centrale dello Stato e nel Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, che deve alla Collezione Gorga – da cui provengono moltissimi dei suoi oggetti – la ragione principale della sua esistenza. All’esilissimo fascicolo Gorga, consultabile presso l’Archivio Storico dell’ex Ufficio Centrale per i Beni Ambientali, Architettonici, Archeologici, Artistici e Storici nel complesso di S. Michele a Ripa, fa riscontro la poco più consistente documentazione raccolta dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nelle due sedi museali dell’ex Collegio Massimo e del complesso Terme di Diocleziano – Certosa di Santa Maria degli Angeli. La convenzione stipulata nel 1969 fra la Soprintendenza Archeologica di Roma e l’Istituto di Etruscologia dell’Università di Roma “La Sapienza’, allo scopo di schedare, studiare e pubblicare tutti i materiali bronzei di età preromana, pari a circa 10.000 pezzi, aveva solo in parte raggiunto l’obiettivo fissato. Nel quarto di secolo trascorso da allora, la schedatura non ha potuto riguardare tutti gli oggetti previsti, anche per i mutati interessi di molti fra quelli che, negli anni Settanta e nei primissimi anni Ottanta, avevano affrontato con entusiasmo le prime fasi del lavoro; significativi segni di continuità in tal senso sono tutavia rappresentati dai contributi di Laura Ambrosini sui thymiateria di età ellenistica e di Maurizio Sannibale sul consistente nucleo delle armi. Si aggiungeva inoltre la considerazione della parzialità della schedatura effettuata, dalla quale rimanevano esclusi, oltre ai bronzi di età romana imperiale fino al tardo-antico, tutti i manufatti non metallici. La soluzione migliore sembrava dunque consistere nello studio sistematico dei materiali della Collezione per classi tipologiche, preceduto da un necessario censimento e conseguente articolazione del lavoro, nell’ambito di équipes appositamente costituite, con la collaborazione di singoli studiosi e di strutture universitarie; si sarebbero cosi favoriti sia la ripresa e il completamento degli studi in corso – armi, arule, specchi, vasellame e suppellettili di bronzo – sia l’approccio a classi per la prima volta oggetto di analisi, come i vetri, gli stucchi, gli intonaci dipinti, i thymiateria. Limitate e parziali apparivano le pubblicazioni relative a gruppi o classi di oggetti di età antica pertinenti alla collezione: glandes plumbee, cornicette pure di piombo riferibili a specchietti, i cinturoni della Collezione Betti, le lucerne di bronzo, i dischi-corazza abruzzesi, le matrici di vasi in sigillata aretina, le antefisse di terracotta. Si tratta di studi attenti piuttosto all’articolazione tipologica nell’ambito di cataloghi di carattere più generale, che non a problemi di ricontestualizzazione dei materiali; il riferimento alla Collezione Gorga costituisce poco più che il necessario dato anagrafico di provenienza. Risulta a tuttoggi irreperibile l’inventario dei materiali archeologici redatto nel 1932 da Giovanni Annibaldi, più volte citato nei carteggi ma respinto dal Ministero perché incompleto; tuttavia copie conformi di tale inventario e di quello relativo agli strumenti musicali, redatto da Fernando Liuzzi e altri, furono inviate nel 1943 all’Avvocatura Generale dello Stato, che più di 16 anni dopo le restituì al Ministero della Pubblica Istruzione. L’elenco ufficiale, anche se parziale, della raccolta è contenuto nei cinque volumi editi nel 1948 dall’Istituto Poligrafico dello Stato, Collezione Gorga. Raccolta di strumenti musicali, oggetti d’arte e libri attinenti alla musica e al teatro; peraltro il volume dedicato alle raccolte archeologiche e artistiche appare talmente sintetico da permettere solo in pochissimi casi di individuare gli oggetti elencati. Con il presente lavoro, senza alcuna pretesa di completezza, si intende comunicare i primi risultati degli studi in corso essenzialmente sui materiali antichi, con l’obiettivo di ricomporre, ove possibile, i disiecta membra dell’immensa quanto poco nota collezione, rappresentativa tanto del bizzarro gusto di Evangelista Gorga (1865-1957), quanto di una serie di classi di produzione di grande interesse, in un arco cronologico esteso all’intero Evo antico. [Mariarosaria Barbera]
Indice:
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Note bibliografiche |
Prima Edizione del 1999, a copertina morbida bianca titolata in rosso al dorso; dotata di sovracoperta illustrata semi-lucida a colori; stampata su carta semi-lucida di ottima qualità e con ampie marginature al testo; rilegata a filo, corredata da numerose fotografie e disegni in B/N e a colori; dotata di cofanetto protettivo rigido editoriale fotografico. |
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Stato di conservazione |
Come Nuovo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine morbide pressoché intatte; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto e una leggera sbiaditura al colore del dorso; coste ancora luminose; cofanetto completo e ben conservato, con minori consunzioni ai bordi ed una piccola rottura trascurabile al lato inferiore]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 1,57 kg |
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Dimensioni | 22,4 × 28,7 × 2,6 cm |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Formato | |
Illustrazioni | |
Genere | |
Soggetto | |
Colore principale | |
Lingua |
Condition | n/a |
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Notes | Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine morbide pressoché intatte; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto e una leggera sbiaditura al colore del dorso; coste ancora luminose; cofanetto completo e ben conservato, con minori consunzioni ai bordi ed una piccola rottura trascurabile al lato inferiore. |
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