Mario Guidotti, Essere e dire, Ed. Vallecchi, 1973
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Guidotti considera la legittimità di una letteratura nuova, espressione di congettura della condizione umana, che conviva in un’armonia interdisciplinare con le altre arti.
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Descrizione
Edizione | Vallecchi, Firenze, 1973 | Collana | La cultura e il tempo, #33 |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 276 |
Dimensioni | 14 x 22 x 2,2 cm. | Peso | 0,45 kg. |
Descrizione |
E ssere, come esistere, per dire; e dire per sentirsi esistere, al di là del maleficio della negazione, pur vitalizzante finché non istituzionalizzata. Partendo da questa convinzione (l’unica capace di smuovere una società perplessa), l’autore considera la legittimità di una letteratura nuova, non più ghetto rassicurante e consolatorio e sublimazione estetica della contemplazione e neanche strumento ideologico e politico, ma L’attualee «ritardo» dello scrittore rispetto agli artisti visivi o ai musicisti o agli scienziati in maggior sintonia con le nuove dimensioni antropologiche e con gli sconfinamenti dei limiti della conoscenza, può essere eliso solo da una saggistica sullo scrittore; la letteratura sulla letteratura non è un circolo chiuso e un alibi alla crisi della creazione, ma creazione essa stessa, addirittura invenzione; più che poesie e romanzi, oggi, s’impongono teorizzazioni di poesiee di romanzi. Dopo aver analizzato la positività della discontinuità della letteratura in particolare e della cultura in generale (nei suoi sottofenomeni di decultura e controcultura e cultura come «happening») l’autore entra nel vivo delle tematiche più specificatamente letterarie: gli anni vivi e morti delle neoavanguardie, la gran passione linguistica, il pluralismo della postcontestazione; e tutto racchiude nella silloge il dire. Ne il fare, invece, si esaminano le evoluzioni della poesia e del romanzo dei poteri della romanzologia. Ne il giudicare si considerano le metodologie e le scelte operative della critica, dai sottostrutturalismi alle strumentalizzazioni semiologiche e alla sociologia della letteratura. Ne l’essere è la condizione umana dello scrittore ad essere anatomizzata nelle sue mistificazioni e nei suoi servilismi, nei suoi giochi d’impegno e di disimpegno e nell’attuale, debole ma pronunciato, tentativo di autoliberazione. L’apparire, infine, comprende capitoli sui rapporti con il pubblico e con il potere. Il volume di Mario Guidotti, scritto dall’inizio alla fine, anzi, alla «non-fine», come lui dice, sotto lo stimolo di un’amarezza che non ha soffocato la speranza, si inquadra in quelle opere che si possono definire di «sociologia della letteratura». |
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Note bibliografiche |
Prima Edizione a copertina morbida con alette, con titoli al piatto e al dorso, rilegata a filo; buone marginature al testo. |
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Stato di conservazione |
Come Nuovo [il volume, forse mai utilizzato, non reca danni, scritte, segni, strappi o usure particolari che vadano evidenziate; legatura robusta; ingiallimento delle pagine presente ma normale per questo tipo di carta, coste un po’ inscurite; lievi alterazioni cromatiche dei piatti dovute alla luce, seppur conservati ottimamente]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,45 kg |
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Dimensioni | 14,8 × 22,2 × 2,2 cm |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Firenze |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Formato | |
Genere | |
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Lingua |
Recensioni
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