Mario Rotili, Arte bizantina in Calabria e in Basilicata, Ed. Emilio Di Mauro, 1980

I

l libro si propone di delineare un disegno storico di quanto avvenuto nelle due regioni, che pur nella sommarietà della trattazione imposta dallo spazio, offra il quadro complessivo che manca, al quale proprio ora è venuto ad aggiungersi quello della Puglia bizantina, che pure non c’era. Un quadro che non sarà privo di qualche apporto nuovo, soprattutto per la presentazione di talune testimonianze sconosciute o poco note, ma che si fonderà, oltre che sull’analisi di monumenti e di opere, sulla riconsiderazione delle fonti e degli studi fin qui condotti.

Sarà, cosi, una ricostruzione organica anche se rapida dello svolgimento dell’architettura rupestre e «subdivale» e della connessa decorazione plastica, della pittura e della miniatura, dell’oreficeria e delle altre cosiddette arti minori, aggiornata alle ultime risultanze della ricerca ma condotta autonomamente con un’adeguata valutazione formale delle opere nel quadro storico globale, tenendo conto della mentalità, della religiosità e della cultura delle popolazioni, delle istituzioni e delle strutture socioeconomiche del paese.

Sarà, perciò, il profilo della cultura artistica della cosiddetta seconda colonizzazione bizantina d’Italia, quella del Mezzogiorno; cultura che se è documentata con continuità, a cominciare dalla fine del IX secolo per proseguire ben oltre l’avvento dei Normanni, addirittura nel XV, nonostante il graduale prevalere dell’iconografia e delle forme occidentali, dovette avere un avvio anche prima, se non altro negli orientamenti di gusto.

Lo fanno pensare, oltre a problematiche testimonianze di architettura del VI secolo, oggetti diversi e medaglioni d’oro variamente databili tra lo stesso VI secolo e il IX, naturalmente venuti dalle regioni orientali, e soprattutto induce a ritenerlo lo splendido Codice purpureo di Rossano, pure del VI secolo, della seconda metà, importato nel VII in Calabria da monaci esuli.

E certamente è singolare che proprio quest’opera giunta dall’Oriente – un capolavoro come non ne furono mai creati nella regione – segni l’inizio della vicenda, così come è significativo che la sua conclusione sostanziale, prima che l’impronta bizantina scompaia dall’architettura e dalla rimanente produzione artistica, sia contrassegnata da un altro capolavoro importato, la Stauroteca di Cosenza, peraltro di fattura mista e perciò espressione dei tempi mutati, ma con una larga e nobilissima parte bizantina…

[Mario Rotili]

Indice:

• • Studi e questioni
  • Il Codice purpureo di Rossano
    • Fogli del Codice purpureo
  • Chiese e cripte rupestri
  • Architettura «sub divo» e decorazione plastica
  • La pittura
  • La miniatura
  • Oreficerie  e metalli lavorati. La Stauroteca di Cosenza
  • Referenze fotografiche
  • Tavole
  • Indici
  • Indice analitico
  • Indice delle illustrazioni

Edizione di strenna bancaria della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania pubblicata nel 1980; a copertina rigida in tela bordeaux scuro e a titoli in oro al dorso; dotata di sovracoperta lucida fotografica a colori; rilegata a filo; stampata su patinata di buona qualità e grammatura, con ampie marginature al testo; ricca di fotografie e disegni in B/N e a colori; protetta da cofanetto rigido editoriale muto telato di colore bordeaux.

Come Nuovo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e robusta; copertine rigide in ottimo stato, con pochi segni del tempo; sovracoperta eccellente e quasi priva di vissuto (minime e trascurabili opacità da sfregamento ai piatti); coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine molto ridotto]