Sabatino Moscati, Gli Italici: l’Arte, Ed. Jaca Book, 1988

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Gli Italici, la cui arte viene qui esaminata, sono le genti che abitarono la penisola italiana nel periodo tra l’inizio della storia e la conquista romana, ossia tra il IX-VIII e il II-I secolo a.C.

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Descrizione

Edizione Jaca Book, Milano, 1988
Ricerche iconografiche Anna Enrico Illustrazioni Fotografie e disegni in B/N e a colori
N. Volumi 1 N. Pagine 302
Dimensioni 23,5 x 30,5 x 2,7 cm. Peso 1,85 kg.
Descrizione

I

talici: un nome prestigioso ed evocatore, che suscita l’immagine della più antica storia d’Italia, anzi del costituirsi stesso dell’Italia come dimensione storica. Per di più, un nome a cui solo da poco tempo corrisponde un contenuto adeguato, insomma la possibilità di dargli un immagine: perché in gran parte degli ultimi tempi sono le scoperte che hanno fatto uscire le genti italiche dall’ombra in cui erano state relegate dall’eterna legge dei vincitori, i quali condannano i vinti alla perdita del ricordo oltreché a quella del potere.

Ma l’immagine che ormai emerge è pur sempre sfumata, incerta, complessa, difforme. Si direbbe che la definizione più adatta per gli antichi Italici sia quella negativa: coloro che nell’Italia antica non furono né Greci né Fenici né Celti. Si sarebbe tentati di aggiungere: né Etruschi. Ma qui il discorso si fa complesso, perché è vero che gli Etruschi costituiscono il popolo dell’ltalia non romana di gran lunga meglio conosciuto, come è vero che essi presentano varie caratteristiche proprie e autonome; ciò nondimeno, una corretta valutazione del mondo italico non può non tenerne conto, e anzi proprio tenendone conto il giudizio si fa organico.

Nel nostro caso, il problema è risolto in concreto dal fatto che agli Etruschi è stato già dedicato un volume di questa serie; ed è opportuno che sia cosi, data l’ampiezza e la rilevanza della documentazione, soprattutto artistica, che quel popolo ci ha lasciato. Ma senza dubbio chi leggerà questo discorso farà bene ad aver presente quello, perché l’uno e l’altro si coordinano nella ricostruzione di un panorama organico dell’Italia antica. Senza dire che il deprecato luogo comune del «mistero etrusco» si dissolverà certo più agevolmente con l’inquadramento ambientale che da questo libro deriverà.

Italici, dunque, sono le genti che abitarono la penisola nel periodo che intercorre tra l’inizio della storia e la conquista romana, in sostanza tra il IX-VIII e il II-I secolo a.C. Ma va detto subito che gli Italici non chiamarono se stessi a questo modo per un’ampia parte di tale periodo, në così li chiamarono le altre genti dell’epoca; e quel che vale per il nome della popolazione vale per quello della regione, Italia, altrettanto tardivo e subordinato.

Vedremo in seguito i particolari del discorso; ora valga anticipare che la coscienza unitaria è il risultato di una lunga evoluzione e non la sua premessa, insomma l’esito delle vicende anziché il suo motivo. Quanto alla natura delle testimonianze, da cui dipende quella della trattazione a esse dedicata, va detto in primo luogo che le fonti scritte sono assai scarse, sicché dobbiamo agli antagonisti degli Italici, i Romani, gran parte delle memorie storiche; né tali memorie sono nell’insieme molte, perché i Romani colsero la realtà delle varie popolazionı (e pur sempre con ottica parziale) quando vennero in contatto con esse, cioè spesso nell’ultima fase della loro vicenda.

Quanto alle testimonianze artigianali e artistiche, esse sono più consistenti, specie a seguito delle ultime scoperte, sicché costituiranno il filo conduttore della presente trattazione. Alla quale potrebbe anche, come a quella sugli Etruschi, giustapporsi un sottotitolo «L’arte»: sarebbe, come nel caso degli Etruschi e ancor più, non tanto una scelta quanto la constatazione di uno stato di cose. Ma prendiamola anche come una limitazione. Siamo perfettamente consci che, nell’ambito della cultura materiale, hanno una funzione determinante per la ricostruzione del passato i «lavori senza gloria», che poi costituiscono la stragrande maggioranza, siamo del pari consci che è ormai finito il tempo in cui si consideravano gli antichi tutti artisti, il loro mondo un immenso museo.

Senonché, è pur vero che l’arte delinea alcuni picchi emergenti, la cui funzione è essenziale per costruire una sintesi e un giudizio di grandi linee; e appunto questo è lo scopo della presente trattazione, uno scopo correttamente perseguito quando si abbia e si dichiari la coscienza delle scelte. Il problema più difficile, in questo libro, è stata l’organizzazione della materia. Procedere in via unitaria, convogliando la documentazione nelle grandi categorie dell’architettura e delle arti figurative, sarebbe stato impossibile, perché avrebbe pregiudicato irrimediabilmente l’autonomia delle componenti etniche.

Procedere per componenti etniche sarebbe stato d’altronde avventato, perché troppo opinabili appaiono i nomi dei popoli e delle loro suddivisioni quali ci risultano dalle fonti antiche, troppo tenue è il legame tra quei nomi e le testimonianze della cultura. Non restava che procedere per aree, tenendo a base sia le componenti etniche sia quelle regionali e avvertendo di volta in volta delle variazioni e delle differenze da tenere in conto.

In ogni caso, il denominatore preminente è stato quello dei centri di produzione e dei complessi di testimonianze organizzabili in adeguata omogeneità. Tanto consentiva la documentazione; e tanto è stato fatto, nella cosciernza che domani lo stato delle cose potrà evolversi e mutare. Ma il discorso qui condotto resterà pur sempre, spero, un tentativo organico di delineare un mondo di cultura che ai nostri giorni risorge e al quale senza dubbio si lega in ampia misura la comprensione delle nostre origini.

 

Indice:

  • Prologo
  • Introduzione
  • Area apula
  • Area lucana
  • Area siciliana
  • Area campana
  • Area laziale
  • Area sarda
  • Area medio-adriatica e sannitica
  • Area picena
  • Area veneta e circostante
  • Area ligure e subalpina
  • Epilogo
  • Appendice
  • Referenze bibliografiche
  • Fonti delle illustrazioni
Note bibliografiche

Prima Edizione Jaca Book del 1988 per la Collana Le Grandi Stagioni, di grande formato, a copertina rigida in tela muta blu scuro; rilegata a filo; stampata su carta semi-lucida di buona qualità e con ampie marginature al testo; dotata di sovracoperta protettiva lucida fotografica; corredata da fotografie e disegni in B/N e a colori anche a tutta pagina.

Stato di conservazione

Più che Ottimo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e resistente; copertine rigide quasi intatte e con pochissimi segni del tempo; sovracoperta in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai bordi e lievi opacità da sfregamento ai piatti; coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine molto ridotto o assente].

Informazioni aggiuntive

Peso 1,85 kg
Dimensioni 23,5 × 30,5 × 2,7 cm
Autore/i

Sabatino Moscati [1922-1997]

Edizione

Luogo di pubblicazione

Milano

Anno di pubblicazione

Illustrazioni

Formato

Genere

Soggetto

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes Qualche alonatura di opaco alla sovracoperta, dovuta allo sfregamento tra libri; a seconda della copia disponibile, possibili sbucciature (normali dopo quasi 30 anni) in alcuni degli angoli o dei bordi, risistemante con discrezione - se necessario - con l'uso di scotch invisibile applicato internamente alla sovracoperta; rilegature rodate ma ancora assai robuste; nessun segno, scritta, strappo o rovinatura alle pagine.

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