Michela Scolaro (a cura di), CaRiMonte: la Raccolta d’Arte, Ed. Amilcare Pizzi, 1992
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Una raccolta d’arte, quella della Banca Ca.Ri.Monte., che riassume e connette filoni analoghi o concomitanti e che insiste su alcuni punti forti della cultura emiliana e romagnola.
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Descrizione
Edizione | Amilcare Pizzi per Banca Ca.Ri.Monte., Milano, 1992 | Prefazione | Andrea Emiliani |
Curatela | Michela Scolaro | Illustrazioni | Fotografie in B/N e a colori di Antonio Guerra |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 317 |
Dimensioni | 26 x 30,5 x 3,2 cm. | Peso | 2,07 kg. |
Descrizione |
U na collezione di dipinti e di sculture, raccolta entro le sale di una grande Banca italiana, non è una novità: oserei dire che ormai non ci sorprende più che tanto neppure la sua sostanziale qualità, la sua completezza. Chi abbia la ventura di frequentare, tuttavia, congressi e riunioni, speciali o solo politiche, al di là delle frontiere italiane, sa invece assai bene che una collezione artistica organizzata tra le mura di un istituto di credito, e per giunta promossa dinamicamente proprio dalla volontà della cultura economica e del credito, costituisce presso l’opinione degli amatori stranieri e degli studiosi d’arte e di storia il sorprendente perfezionamento, il consolidamento d’un positivo fenomeno che ovunque si riconosce davvero italiano. Un fenomeno che qualcuno dirà pretenzioso, che altri ricorderanno non programmatico, ma che noi sappiamo essere – di questi tempi – il solo prezioso evento collezionistico che l’età modena abbia generato in Italia. Esso costituisce il profilo nazionale migliore, quello che ci soccorre allorché, negli incontri intemazionali, riesce perfino difficile spiegare per quale ragione musei grandi e piccoli, di tradizione oppure recenti, si siano inariditi proprio nel momento in cui una politica d’immagine forte come l’attuale, ed una moderna strategia dei flussi culurali ed artistici avrebbe invocato continuità di investimenti. E insieme aurebbe provocato il restauro di una dimensione storica di questo paese: quella stessa che, con qualche retorica, e tuttavia con fondamentale verità storica, vien sempre ricordata come la grande stagiorne della creatività italiana nell’orizzonte della storia antica, almeno fino all’età romantica. Una raccolta che riassume e connette filoni analoghi o concomitanti, insiste su alcuni punti forti della cultura emiliana e romagnola, illumina stili e scuole padane, e che in questo caso, per di più, si estende con molta volontà verso i territori dell’arte moderna e contemporanea. Non si può che sottolineare questa vocazione che si esprime oggi da una consistente serie di opere d’arte non solo italiane, ma anche straniere, scelte e acquistate sul mercato internazionale in tempi non recentissimi e dunque con tempestiva scelta economica; oppure selezionate tra le opere più significative che furono quelle ospitate da Francesco Arcangeli sulle pareti della sua abitazione e del suo studio. Nel nome del maggiore, crediamo, tra i critici d’arte della nostra età, questi dipinti trovano uulteriori spiegazioni, motivi di presenza giustificati, illuminati ed eloquenti. Il catalogo della raccolta è inteso a connettere, a legare in una ragione critica, in un’analisi storica e formale, queste presenze artistiche, queste opere di cui la collezione oggi si onora. Michela Scolaro ha tessuto, con molta determinazione critica, prima ancora che letteraria, lembi e connessioni che possono consentire a che un’opera d’arte contemporanea, oppure nata nel mondo antico, si presenti al nostro sguardo dotata di tutte le nozioni e le informazioni più opportune. Un’opera d’arte può infatti facilmente collocarsi, oggi, davanti al nostro sguardo ed esigere così quasi soltanto il privilegio di un’attenzione destinata a rivelare, ad esaltare, l’emozione della sua bellezza, il lampo evocatore della sua qualità estetica. In queste pagine di un libro costruito e voluto, al contrario, il dipinto si giustifica e insieme si modella in più larghi orizzonti, diviene anche soggetto di storia o di iconografia. Ma soprattutto cresce a soggetto protagonista, avendo tutto attormo il soccorso dell’interpretazione critica più informata. Può capitare, oggi, di incontrare di frequente repertori artistici di sola enumerazione materiale ed illustrativa. Nel caso della collezione d’arte di CaRiMonte, l’organizzazione repertoriale si addiziona, al contrario, di un gusto della pagina interpretativa che, da tempo, non conoscevamo cosi duttile e colto. Molti tra gli amici stranieri che abbiamo dianzi ricordato si stupiscono anche del modo nel quale le collezioni bancarie italiane si vengono formando, e insomma dello stimolo metodologico che le sospinge e alla fine le aggrega: in genere, la risposta che possiamo dare è che l’Italia delle cento e cento città, dei tanti nuclei urbani e insediamenti, ha tratto e derivato dall’antica sua fondazione e sedimentazione una personalità urbana che la sociologia del vivere di comunità ci invidia ancora oggi adeguatamente. In questa comunità sociale che riteniamo una grande eredità da difendere, gli atti di cultura e i progetti di elevazione educativa hanno luogo accanto e insieme agli atti di assistenza e di soccorso delle società: sono anzi gli atti più elevati e frequenti che gli organismi bancari hanno deciso di intraprendere nell’ormai lunga storia di contiguità e di rapporti che li connettono alla città e alla società urbana. Non c’è dunque mistero dietro la formazione delle collezioni d’arte, di storia, di documerntazione economica e assistenziale; ma solo il proseguimento di un cammino che è iniziato molti anni, se non secoli, orsono: insieme al primo dovere sociale che istruiva e informava di sé il progresso civile e morale di crescita del credito. Parti consistenti di questa raccolta della CaRiMonte sono state organizzate, anche recentemente, sulla base di ricerche programmatiche portate a compimento grazie al lavoro di una commissione interna. Esse hanno suggerito un cammino possibile che ha già consegnato alle città di Bologna, di Modena e alla Regione Emilia Romagna un prestigioso complesso di documentazione dell’arte contemporanea di pubblica fruizione. Questo repertorio ne è la garanzia sicura. [Andrea Emiliani]
Indice:
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Note bibliografiche |
Edizione di strenna bancaria del 1992, a copertina rigida in tela nera, con titoli in bianco al piatto e al dorso; dotata di sovracoperta lucida fotografica; rilegata a filo; stampata su carta semi-lucida di buona qualità con ampie marginature al testo; ricca di fotografie in B/N e a colori anche a tutta pagina. |
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Stato di conservazione |
Più che Ottimo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine rigide in ottimo stato e con pochi segni del tempo; sovracoperta molto ben conservata, con minimi segni di vissuto ai bordi e leggere opacità da sfregamento ai piatti; coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine molto ridotto e limitato alle aree marginali]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 2,07 kg |
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Dimensioni | 26 × 30,5 × 3,2 cm |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Illustrazioni | |
Formato | |
Genere | |
Soggetto | Arte Contemporanea, Arte contemporanea – Scultura, Arte Moderna |
Colore principale | |
Lingua |
Condition | Very Good |
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Notes | Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine rigide in ottimo stato e con pochi segni del tempo; sovracoperta molto ben conservata, con minimi segni di vissuto ai bordi e leggere opacità da sfregamento ai piatti; coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine molto ridotto e limitato alle aree marginali. |
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