Pietro Secchia e Filippo Frassati, Storia della Resistenza. La guerra di Liberazione in Italia 1943-1945, Ed. Riuniti, 1980

Pietro Secchia e Filippo Frassati, Storia della Resistenza. La guerra di Liberazione in Italia 1943-1945, Ed. Riuniti, 1980

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L’invasione tedesca diede l’inizio alla fase decisiva della resistenza al fascismo, e rese subito consapevole il movimento di resistenza della necessità di ricorrere alla lotta armata popolare…

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Edizione e Anno Editori Riuniti, Roma, 1980 Ricerche fotografiche Fernando Etnasi, Ando Gilardi, Giuseppe Montanucci, Alberto Palombi e Alfredo Zennaro
N. Volumi 2 N. Pagine 1056
Dimensioni 23 x 30,3 x 6,8 cm. Peso (senza imballo) 4,09 kg.
Descrizione

C

on l’invasione tedesca cominciò la fase decisiva della resistenza al fascismo, considerata nella presente Storia della Resıstenza, che non a caso reca come sottotitolo «La guerra di liberazione in Italia», e s’apre con la ricostruzione dell’operazione Alarico vale a dire dell’invasione tedesca cominciata il 26 luglio. L’invasione, infatti, rese subito consapevole il movimento di resistenza antifascista della necessità ineluttabile di ricorrere alla lotta armata popolare come forma preminente della sua azione.

Questa lotta, non più rivolta all’abbattimento del regime fascista italiano, ormai crollato, era diretta contro l’occupazione militare germanica che privava il paese d’ogni simulacro d’indipendenza, e divenne immediatamente una guerra di liberazione nazionale, per cacciare dal paese l’invasore, per annientare il nazismo e il fascismo, per conquistare le libertà democratiche.

Tre furono gli attori di questa lotta. In primo luogo la nuova classe dirigente che, ponendosi alla testa del movimento di liberazione, rivelò appieno le capacità politiche e militari acquisite e affinate nel corso delle precedenti esperienze della cospirazione, dell’emigrazione, della guerra di Spagna, e se ne avvalse anche per favorire la formazione su larga scala di nuovi quadri; era una classe dirigente scaturita in gran parte dalle classi lavoratrici, delle quali godeva la fiducia perché ne interpretava gli interessi e le aspirazioni, e che poté quindi guidarle con successo ad assumere il ruolo di protagoniste del momento più drammatico della recente storia italiana.

Restavano poi in lizza i superstiti delle vecchie classi borghesi che s’affannavano disperatamente per sopravvivere, consci che anche la sola sopravvivenza in quel frangente era un notevole successo perché preludeva alla restaurazione, in un futuro non molto lontano, della loro egemonia, sull’avverarsi di questa prospettiva, li rassicurava la presenza del terzo attore, il blocco angloamericano con la potenza schiacciante dei suoi eserciti.

Si è cercato di seguire in questa opera il triplice filone costituito dal comportamento di queste tre forze, mettendo in luce, nei limiti imposti dall’esigenza di offrire al lettore soltanto un’ampia sintesi storica della guerra di liberazione, i condizionamenti reciproci e le contraddizioni scaturite dalla loro compresenza, nonché le contraddizioni interne a ciascuna di esse.

Ne emerge un quadro che – indipendentemente dai giudizi positivi o negativi che l’opera potrà provocare – è comunque esente da ogni intento celebrativo; ed anzi non è da escludersi che taluno lo interpreti come un ridimensionamento del fenomeno resistenziale. Ed in un certo senso lo è: nel senso che si è evitato con scrupolo di trattare la materia in modo da conferire al movimento di liberazione italiano, sia pure nel lodevole intento di sottolinearne l’indiscutibile rilevanza, una dimensione che esso in realtà non possedeva e che tuttavia gli è stata spesso accreditata, con l’involontario risultato negativo di attribuirgli anche la possibilità di raggiungere obiettivi assai avanzati e di imputargli poi l’immaginaria colpa di non esserseli tempestivamente proposti o d’avere rinunciato a conseguirli.

La verità è che, nel corso della guerra di liberazione nazionale, “il fatto d’arme più importante in Italia come ha scritto Palmiro Togliatti fu certamente, dallo sbarco di Sicilia in poi, c secondo un criterio puramente oggettivo, l’avanzata delle armate angloamericane; ma la lotta armata del popolo italiano tu una realtà, fu la realtà più importante della vita nazionale dalla fine del 1943 sino alla fine della guerra… Si può dire che gli scopi della guerra partigiana e dell’insurrezione furono raggiunti, nella più ampia misura che tosse possibile, dato il carattere degli Stati e dei governi cui appartenevano le forze armate angloamericane”.

Di questa indicazione fondamentale si è tenuto il massimo conto nella stesura della presente Storia: questo anche col proposito di offrire materia di riflessione a tutti coloro che parlano di «rivoluzione mancata» e che, ricordando vent’anni dopo quell’esperienza e quel punto di partenza storico, non possono non rilevare il contrasto tra gli ideali della Resistenza, e gli obiettivi di avanzata democratica posti dalle forze popolari e la realtà presente.

Rimane il problema storico e politico di ricercare, con senso critico e autocritico, le contraddizioni che hanno reso difficile in questi vent’anni l’attuazione degli ideali della Resistenza: e di ricercarle non solo nelle vicende politiche più recenti ma anche nelle vicende stesse della Resistenza e in quelle che ad esse immediatamente seguirono.

Non limitando l’analisi ai rapporti di forze internazionali, alle posizioni di potere della monarchia, alla presenza delle armate alleate ma estendendola alle debolezze, ai limiti, alle insufficienze del movimento resistenziale e alle condizioni nelle quali ottenne la vittoria.

Se questa Storia, pur nei suoi limiti, aiuterà questo processo di riflessione e di analisi, potremo ritenere di non aver fatto opera inutile. È doveroso infine avvertire che la maggior parte del materiale documentario – giornali, manifesti, lettere, relazioni, ecc. – citato nel testo o riprodotto nelle illustrazioni appartiene alla biblioteca ed agli archivi dell’Istituto Gramsci, al quale va il nostro caldo ringraziamento per averne consentito l’utilizzazione.

Note bibliografiche

Ristampa del 1980, a copertina rigida bordeaux, con titoli e fregi dorati al piatto e al dorso, anche su inserto nero; rilegata a filo; arricchita da numerosi disegni e riproduzioni fotografiche in B/N nel testo, anche a tutta pagina; dotata di sovracoperte lucide fotografiche a colori.

Stato di conservazione

Ottimo [i tomi non mostrano danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura consistenti e robuste; copertine rigide in ottimo stato e con minimi segni di vissuto; sovracoperte ben tenute, senza rovinature e con leggere opacità da sfregamento ai piatti; coste un po’ impolverate, soprattutto al lato superiore; ingiallimento delle pagine presente soprattutto ai margini, ma non disturbante e non anomalo per il materiale e l’età].

Informazioni aggiuntive

Peso 4,09 kg
Dimensioni 23 × 30,3 × 6,8 cm
Edizione

Luogo di pubblicazione

Roma

Anno di pubblicazione

Illustrazioni

Formato

Genere

Soggetto

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes I tomi non mostrano danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura consistenti e robuste; copertine rigide in ottimo stato e con minimi segni di vissuto; sovracoperte ben tenute, senza rovinature e con leggere opacità da sfregamento ai piatti; coste un po' impolverate, soprattutto al lato superiore; ingiallimento delle pagine presente soprattutto ai margini, ma non disturbante e non anomalo per il materiale e l'età.

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