Stefano Giuseppe Incisa, Asti nelle sue chiese ed iscrizioni, Ed. l’Archivio, 1974

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Un documento singolare, avente un valore storico eccezionale, che consente al lettore, andando a ritroso nel tempo, di «vedere» la Asti dei suoi avi…

Descrizione

Edizione l’Archivio, Bologna, 1974 Illustrazioni Disegni in B/N e a colori
N. Volumi 1 N. Pagine 180
Dimensioni 19,5 x 26,8 x 3,8 cm. Peso 1,38 kg.
Descrizione

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a Cassa di Risparmio, seguendo una nobile tradizione, ormai consolidata in diverse circostanze ed in numerose qualificanti realizzazioni, ha deciso di dare alle stampe, in copia fotolitografica, l’opera che Stefano Giuseppe Incisa, cappellano del Duomo, ha dedicato con grande amore ai monumenti religiosi ed alle testimonianze civico-storiche esistenti in Asti alla data del 1806, e da lui disegnati e commentati in un prezioso manoscritto finora inedito, ma conservato con grande cura nella Biblioteca del nostro Seminario Vescovile.

Il lettore, sin dalle prime pagine, si accorgerà di trovarsi di fronte ad un documento singolare, avente un valore storico eccezionale, che gli consente, andando a ritroso nel tempo, di «vedere» la Asti dei suoi avi; di ricostruirne il volto autentico partendo dalla toponomastica attuale e dalle reliquie esistenti; di immedesimarsi nelle storiche vicende di cui essa fu teatro e protagonista e di sentirne ancora i palpiti sotto l’incalzare di nomi, date, immagini.

Forse, si chiederà anche per quali ragioni l’Incisa fu indotto ad intraprendere un’opera del genere, quasi fotografica, diventando disegnatore preciso e diligente oltre che storico documentato e cauto. Non bisogna dimenticare l’epoca in cui l’autore visse, tra le più travagliate della storia umana per quanto riguarda la vita spirituale e religiosa a causa dell’opera vessatoria e dispotica di Napoleone Buonaparte, che, in quegli anni, con la pace di Presburgo, aveva costretto Francesco II d’Austria a rinunciare al titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero, e, con la battaglia di Iena, vincendo i Prussiani, aveva aperto a sé stesso la via per diventare padrone assoluto dell’Europa, travolta da una forza che sembrava inarrestabile nemmeno dalla scomunica papale.

I riflessi della politica di Napoleone nei confronti della Chiesa si erano fatti sentire anche in Asti e l’Incisa li aveva vissuti ed annotati con animo tremebondo, presagendo guai sempre maggiori, a mano a mano che il suo artefice saliva in potenza, abbattendo via via gli ostacoli che venivano frapposti al suo cammino di conquistatore. Già all’inizio del secolo erano stati soppressi in Asti conventi e famiglie religiose ed incorporati i relativi beni. Nel 1801 erano stati aboliti i conventi di S. Caterina, della Certosa di Valmanera, dei Cappuccini, di S. Bernardino, di S. Francesco; nel 1802 erano state disciolte le seguenti famiglie religiose: Benedettini di S. Bartolomeo di Azzano, Domenicani della Maddalena (Via Testa), Circestensi della Consolata (Via Hope), Carmelitani Calzati (S. Maria Nuova), Carmelitani Scalzi (Piazza S. Giuseppe), Barnabiti (S. Martino), Filippini (S. Paolo), Eremitani Conventuali di S. Agostino (Via XX Settembre), Agostiniani Osservanti di Lombardia (Piazza delle Grazie).

Lo stesso trattamento era stato riservato a cinque monasteri femminili che operavano in città e le cui vendite erano nella maggior parte destinate ai poveri ed agli ospedali. In questa situazione si capisce come l’Incisa fosse indotto, quasi a conclusione della sua opera di cronista, a porre mano ad un manoscritto che avrebbe offerto ai posteri, la possibilità, nel caso di ulteriori distruzioni, che poi in effetti avvennero, di ritrovare e di riscoprire il volto vero della Città.

Si potrebbe fondatamente pensare che la sua opera di cronista, rappresentata negli oltre 40 fascicoli raccolti nella Biblioteca del Seminario sarebbe stata incompleta se, accanto ad essa, alle notizie riportate, ai dati trascritti, ai documenti raccolti, non vi fosse stata in certo qual modo la descrizione del luogo al quale essi si riferivano; in altri termini, l’Incisa descrisse fatti e raccolse documenti inerenti la vita cittadina, rievocò personaggi ed attività locali per un buon tratto della sua vita; al completamento della sua opera mancava il palcoscenico sul quale avevano operato le persone ed erano avvenuti i fatti; egli lo costruì, seppure in forma parziale, quel palcoscenico, col manoscritto che ho l’onore di presentare al lettore. Siamo molto grati – come tarda la gratitudine umana a farsi sentire! – all’Incisa per le testimonianze raccolte e tramandate e nel contempo siamo vivamente riconoscenti a Don Dacquino, Direttore della Biblioteca del Seminario Vescovile, e al prof. Lodovico Vergano che ne hanno proposta la pubblicazione alla Cassa di Risparmio, lieta, oggi come ieri, di compiere un utile servizio alla cultura.

Ora affidiamo l’opera agli studiosi, agli astigiani, ai giovani soprattutto perché imparino a diffidare delle dittature, a guardarsi dalle glorie effimere; ad amare la libertà, in tutte le sue espressioni; ad apprezzare e difendere la democrazia; a non dimenticate nei loro impegni anche il passato, che parla in ognuno di noi, anche se a volte non lo avvertiamo, determinando il nostro presente. Ad essi dedichiamo questa riscoperta astigiana nella sua realtà effettuale e se il loro cuore, alla lettura, palpiterà di rinnovati e rinvigoriti sentimenti civici, noi ne saremo paghi.

[Giovanni Giraudi, Presidente Cassa di Risparmio di Asti]

Note bibliografiche

Ristampa anastatica del manoscritto originale di inizi ‘800 pubblicata da “l’Archivio” nel 1974, a copertina rigida cartonata beige titolata al dorso; rilegata a filo; stampata su carta avoriata opaca di buona qualità e grammatura con coste non rifilate ed ancora da tagliare al lato ed al lato superiore; arricchita da disegni in B/N e a colori; include cartina fisica/stradale a colori della Provincia di Asti su foglio pieghevole staccato.

Stato di conservazione

Più che Ottimo [considerata l’età dell’articolo, il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e resistente; copertine rigide in ottimo stato, con velature di polvere ai piatti ed un diffuso inscurimento del colore del dorso; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo e smorzato dal colore avoriato della carta; pagine con coste laterali e superiore intatte ed ancora da tagliare]

Informazioni aggiuntive

Peso 1,38 kg
Dimensioni 19,5 × 26,8 × 3,8 cm
Luogo di pubblicazione

Bologna

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Illustrazioni

Formato

Genere

Soggetto

Colore principale

Lingua

Condition Very Good
Notes Considerata l'età dell'articolo, il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura snodata e resistente; copertine rigide in ottimo stato, con velature di polvere ai piatti ed un diffuso inscurimento del colore del dorso; coste abbastanza luminose; ingiallimento delle pagine ridottissimo e smorzato dal colore avoriato della carta; pagine con coste laterali e superiore intatte ed ancora da tagliare.

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