Torsten Pettersson, Il burattinaio, Ed. Newton Compton, 2011

Dopo A L’alfabetista, Torsten Petterson torna con un altro inquietante caso del detective Harald Lindmark, B Il burattinaio. È una gelida mattina di ottobre quando una bambina di nove anni scompare. La tranquilla cittadina di Forshalla è così nuovamente scossa da un caso investigativo che ha stavolta per vittima la piccola Petra. Lindmark si mette così subito sulle tracce di chi potrebbe aver fatto sparire la bimba. Poche sono infatti le probabilità che sia andata via di sua spontanea volontà. Qualcuno, secondo il detective, l’ha rapita.

Nessuno è esente dalle indagini, neppure i suoi genitori, conosciuti per essere degli alcolizzati, e le urla che la sera precedente la sparizione sono arrivate proprio dalla loro casa, fanno cadere molti sospetti su di loro. Ma nemmeno l’allenatore di hockey, accusato di pedofilia, verrà risparmiato dalle brucianti domande di Lindmark che sospettoso si guarda intorno, come se ogni sguardo, ogni gesto avrebbe potuto portare via Petra.

Proprio quando le indagini si fanno più intense e inquietanti la bimba riappare, in ottima salute e apparentemente non scossa dagli avvenimenti. La sua versione dei fatti però non convince Lindmark. Cosa o chi vuole nascondere Petra? E perché? Per paura? Proprio mentre la bimba viene ritrovata, il suo allenatore viene ritrovato morto e senza un orecchio. Un assassino, quello vero, è nei paraggi e gira indisturbato. Al nostro investigatore però continua a non quadrare qualcosa, un tassello mancante.

Che forse proviene proprio da lui, dalla sua storia e sbuca direttamente dalla sua cassetta delle lettere con un biglietto inquietante che gli ricorda che sa chi è e che la sua punizione è proprio Petra. Ma in che senso? E perché questo biglietto gli ricorda quello ricevuto esattamente un anno prima nel corso dell’altro caso importante della sua vita? E se avesse sbagliato tutto e ci fosse un collegamento tra le due indagini? Non è possibile, continua a ripetersi Lindmark in B Il burattinaio, ma tutto sembra mandarlo in quella direzione…

Più che Ottimo [il libro è stato utilizzato pochissime volte, e non reca strappi, rovinature, sottolineature, segni a penna o altre caratteristiche deturpanti l’estetica; la lieve (e normale) usura esterna è dovuta più che altro allo sfregamento del medesimo con gli altri libri a scaffale]