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Pier Giorgio Zunino, La Repubblica e il suo passato, Ed. il Mulino, 2003

Pier Giorgio Zunino, La Repubblica e il suo passato, Ed. il Mulino, 2003

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Il volume del prof. Zunino affronta il tema del rapporto fra la società italiana e l’esperienza fascista, muovendosi su diversi terreni…

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Descrizione

Edizione e Anno il Mulino, Bologna, 2003 Illustrazioni
N. Volumi 1 N. Pagine 773
Dimensioni 15 x 21,5 x 4,8 cm. Peso (senza imballo) 1,14 kg.
Descrizione

Titolo completo: «La Repubblica e il suo passato. Il fascismo dopo il fascismo, il comunismo, la democrazia: le origini dell’Italia contemporanea».

Il volume del prof. Zunino affronta il tema del rapporto fra la società italiana e l’esperienza fascista. Muovendosi su diversi terreni, dalla storia delle élites alla storia della cultura, dai movimenti politici ai mezzi di comunicazione, l’autore segue dapprima il coinvolgimento delle élites politiche, militari ed economiche nel fascismo e nella guerra, per poi passare all’analisi della Resistenza e del tentativo di ‘metabolizzare’ il ventennio fascista durante il dopoguerra.

Speciale risalto è dato all’interpretazione di Benedetto Croce, ma anche a figure quali Gadda e Montale, Pintor e Pavese, Fenoglio e Meneghello, esemplari del travaglio morale e intellettuale che segnò quegli anni. Sono poi prese in esame le posizioni dei grandi movimenti politici verso il fascismo.

Opera smisurata e originale, comunque notevole non solo per le dimensioni, questa di Zunino su La Repubblica e il suo passato: in realtà su come gli intellettuali della prima età repubblicana hanno prima vissuto e poi rielaborato il recente (per loro) passato del paese, nel decisivo decennio che comprende la guerra mondiale e l’ultimo fascismo, la Resistenza e la riconquista della democrazia, la ricostruzione e gli scontri della guerra fredda. Da un lato il lavoro sembra ispirarsi a quello che è stato definito (da Vittorio Vidotto) “il canone chabodiano”: stile alto, cospicuo apparato critico, esposizione distesa e non sorretta da una trama narrativa forte, attenzione rivolta precipuamente alle “correnti politiche e ideali” (e forse non a caso la prima parte reca nel titolo la parola ?premesse?).

Per altro verso si distacca da quel modello, soprattutto per il ricorrere di forti puntate polemiche, in chiave non solo di storiografia, ma anche di attualità politica, alcune allusive (i nomi sono spesso nelle note anziché nel testo), altre singolarmente esplicite per un libro di storia: si veda (p. 594) l’invettiva contro l’attuale capo del governo, ma anche, nello stesso capitolo, la feroce stroncatura del trio Longanesi-Ansaldo-Montanelli (e non è risparmiato nemmeno Spadolini). Quella ingaggiata da Zunino è una battaglia su due fronti: contro le vulgate di comodo e le interpretazioni consolatorie della storia patria (soprattutto per quanto attiene al coinvolgimento del popolo italiano nell’esperienza fascista); e contro i revisionismi, accusati di attentare all’unico patrimonio di valori e di memorie “quello dell’antifascismo e della Resistenza” su cui la Repubblica possa ancor oggi pensare di fondarsi. Le argomentazioni sviluppate da Zunino si tengono sempre (invettive a parte) su un livello alto e si basano su una mole imponente di letture assai ben padroneggiate. A volte sono efficaci, a volte meno; a volte risultano persuasive, a volte contraddittorie. Per esempio, la polemica contro le tesi di Galli della Loggia sulla ?morte della patria? è tutta indirizzata contro le intenzionalità politiche che si celerebbero dietro quelle tesi e sembra contrastare col quadro, invero catastrofico, che Zunino traccia della situazione italiana attorno all’8 settembre ’43.

E il fastidio evidente con cui l’autore respinge gli inviti, anche autorevolissimi, alla ricerca di una “storia condivisa” confligge con la difesa appassionata del ?mito? resistenziale come fondamento di una comune cultura civica. Ma quello che meno convince è l’impianto dell’opera, in cui espansioni tematiche difficilmente giustificabili, anche se affascinanti e filologicamente impeccabili (Gadda, Montale, Fenoglio), si accompagnano a lacune francamente incomprensibili (che ne è dei socialisti e dei liberali, Croce a parte?), rischiando di far perdere il filo conduttore e di far apparire il libro ciò che in realtà non è, ossia una serie di medaglioni. Si dirà che questo procedere è tipico di alcuni classici della nostra storiografia, dal già citato Chabod fino a De Felice. Ma siamo sicuri che quel nobile modello sia ancora oggi proficuamente utilizzabile?.

Note bibliografiche

Prima Edizione del 2003, a copertina rigida cartonata semi-lucida, titolata al piatto e al dorso; rilegata a filo; dotata di sovracoperta lucida illustrata a colori.

Stato di conservazione

Ottimo [non si notano segni, mancanze, strappi o rovinature degne di nota; legatura ancora compatta e resistente; un po’ di polvere alla costa superiore; ingiallimento della carta pressoché assente; copertine rigide ben tenute e con spigoli netti; una crepa marginale alla sovracoperta, messa in sicurezza con nastro adesivo trasparente all’interno; uno sbavo di colla, solo estetico, all’interno della copertina rigida, irrilevante]

Informazioni aggiuntive

Peso 1,14 kg
Dimensioni 15 × 21,5 × 4,8 cm
Autore/i

Pier Giorgio Zunino

Edizione

Luogo di pubblicazione

Bologna

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Formato

Genere

Soggetto

Lingua

Condition Very Good
Notes Non si notano segni, mancanze, strappi o rovinature degne di nota; legatura ancora compatta e resistente; un po' di polvere alla costa superiore; ingiallimento della carta pressoché assente; copertine rigide ben tenute e con spigoli netti; una crepa marginale alla sovracoperta, messa in sicurezza con nastro adesivo trasparente all'interno; uno sbavo di colla, solo estetico, all'interno della copertina rigida, irrilevante.

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