Tahar Ben Jelloun, lo specchio delle falene, Ed. Einaudi, 1996

La donna è Zina, veemente, appassionata, dagli occhi di fuoco e di cenere, concepita durante una notte segnata dalla maledizione, strega e fata, “una creatura – scrive Ben Jelloun – che non sarebbe mai dovuta esistere, che ha intrattenuto strette relazioni con la fonte primaria del male, parte maledetta della nostra vita, parte oscura della nostra anima”. La città è Tangeri, specchio molteplice dell’altra faccia del Mediterraneo, capace di affabulare e di raccontarsi (“una città che produce ancora leggende non dev’essere del tutto cattiva”). I cinque uomini sono maschere di una colpa oscura e vittime, poi, di una vendetta inesorabile e sottile che renderà la loro esistenza carica di angosce e tormenti. Una storia segnata da dense ombre e da luci abbaglianti, che cattura il lettore rendendolo complice, spettatore, voyeur, viandante perduto nei mille rivoli dell’immaginazione.

Traduzione di Egi Volterrani.

Prima Edizione del 1996 a copertina rigida in tela grigia, con titoli al dorso, rilegata a filo, dotata di sovracoperta lucida illustrata.

Come Nuovo [volume utilizzato pochissimo e pertanto non recante danni, usure pesanti, logorii o scritte; copertine con piatti, bordi e spigoli strutturalmente perfetti; legatura resistente; costa superiore e dorso della sovracoperta lievissimamente ingialliti dal tempo].