Edgar Morin, L’uomo e la morte, Ed. Newton Compton, 1980
€18,20 [€17,50 + I.V.A.]
Dopo l’esame della «crisi contemporanea della morte» e della «morte dal punto di vista biologico», Morin prevede, per un avvenire forse non lontano, una riforma della concezione della morte umana…
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Descrizione
Edizione | Newton Compton, Roma, 1980 | ||
Traduzione | Livia Bellanova Pascalino | Illustrazioni | Paperbacks / Saggi, #140 |
N. Volumi | 1 | N. Pagine | 310 |
Dimensioni | 12 x 19,4 x 2 cm. | Peso | 0,24 kg. |
Descrizione |
«L a morte si situa esattamente nel cardine bio-antropologico. È il tratto più umano, più culturale dell’anthropos… È nei suoi atteggiamenti e nelle sue credenze di fronte alla morte che l’uomo esprime ciò che la vita ha di più fondamentale», scrive Edgard Morin nella sua prefazione. Se da una parte, infatti, la morte è l’avvenimento più naturalmente biologico per l’uomo, dall’altra è anche il più culturale, quello da cui nascono miti e religioni. Per comprendere questo fenomeno, Morin definisce un’antropologia che si inscrive in continuità ma anche in rottura nell’evoluzione biologica. E, partendo dallo studio degli atteggiamenti di base dinnanzi ‘alla morte, individua i due miti originari della morte-rinascita e del doppio, transfert dei processi biologici nucleari: la duplicazione e la fecondazione. Dopo l’esame della «crisi contemporanea della morte» e della «morte dal punto di vista biologico», l’autore prevede, per un avvenire forse non lontano, una riforma della concezione della morte umana. La società non solo procede malgrado e contro la morte, ma esiste per, con e dentro la morte. Una riforma della morte vuol dire una riforma della vita, cioè un profondo rinnovamento dell’uomo: imparare a convivere con la morte è ciò che Morin chiama la rivoluzione dell’uomo. Ci avviciniamo a una frontiera contro cui potremmo schiantarci; ma potremmo forse far marcia indietro oppure superarla. Nulla è veramente aperto, nulla è veramente chiuso. Una nuova avventura è possibile.
Morin, pseudonimo di Edgar Nahoum, è un sociologo francese, nato a Parigi l’8 giugno 1921. Fondatore (1959), insieme a G. Friedmann e R. Barthes, del Centre d’étude de communication de masse e direttore di ricerca (dal 1970) al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), dove era entrato nel 1950, dal 1977 è direttore dell’Ecole des hautes études en sciences sociales. Cavaliere della Legione d’onore, è stato insignito del premio europeo Charles Veillon (1987). Autore prolifico e difficilmente etichettabile, Morin delinea, in una produzione eterogenea, una “sociologia della cultura” orientata, in una prima fase, nella direzione della cultura di massa e, a partire dagli anni Settanta, nella direzione di problematiche metodologiche ed epistemologiche. |
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Note bibliografiche |
Prima Edizione Newton Compton del 1980, a copertina morbida con titoli al piatto e al dorso; rilegata a filo. |
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Stato di conservazione |
Ottimo [il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine morbide più che decorose, con minori consunzioni ai bordi e al dorso, e velature di polvere ai piatti; coste un po’ impolverate; ingiallimento delle pagine presente ma non fuori dalla norma per il materiale e l’età] |
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,24 kg |
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Dimensioni | 12 × 19,4 × 2 cm |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Roma |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Formato | |
Genere | |
Soggetto | |
Colore principale | |
Lingua |
Condition | Very Good |
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Notes | Il volume non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legatura compatta e robusta; copertine morbide più che decorose, con minori consunzioni ai bordi e al dorso, e velature di polvere ai piatti; coste un po' impolverate; ingiallimento delle pagine presente ma non fuori dalla norma per il materiale e l'età. |
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