Pier Francesco Gasparetto, Vittorio Emanuele II, Ed. Rusconi, 1983

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a figura di Vittorio Emanuele II, primo sovrano dell’Italia unita, è stata sempre circondata da molti misteri, giudizi incerti, interrogativi irrisolti. Si è addirittura messo in dubbio che egli fosse un Savoia: D’Azeglio andava dicendo che re Vittorio era figlio di un macellaio di Porta Romana a Firenze. A infittire dubbi e perplessità provvidero i suoi stessi solerti consiglieri che crearono il mito del Re Galantuomo, gli storici sabaudi che disinvoltamente nascondevano i documenti contrastanti con i loro intenti celebrativi, gli storici più recenti presi al contrario da propositi di demolizione.

Ma in realtà che figura di sovrano era Vittorio? Quale fisionomia umana si nascondeva dietro gli occhi fiammeggianti tramandatici dall’iconografia celebrativa? Dalle pagine di questo profilo biografico di Pier Francesco Gasparetto emerge via via una personalità complessa, spesso diversissima dalla tradizione dei Savoia: un uomo disinvolto e disinibito, insofferente di etichetta e formalismi fino alla bizzarria, gran cacciatore di stambecchi e di donne, avidissimo di popolarità e proclive alla prostrazione e a improvvisi furori; un sovrano che nella gestione della cosa pubblica, della politica estera in particolare, non accetta consigli e persegue propri progetti con mezzi a volte costituzionalmente non ortodossi, e che sempre cerca di difendere i diritti della sua vita privata contro i doveri dell’uomo pubblico: «Sarà bello fare l’Italia,» scriveva alla figlia Clotilde «ma non ci lascio la pelle».

Fra queste ambivalenze e contraddizioni l’autore si muove con sagacia di narratore, cercando nell’uomo le chiavi di spiegazione del re, non separando ma fondendo atteggiamenti e comportamenti in apparente e vistoso dissenso, i ministri e le amanti, i consigli di Stato e le partite di caccia, i discorsi della corona e gli sfoghi in famiglia: scrivendo, insomma, la storia di una vita.

Pier Francesco Gasparetto è nato ad Andorno Micca (Biella) nel 1933. Conseguita la laurea, dopo aver trascorso un periodo di studio in Inghiterra, è stato per due anni lettore all’Università libica di Benghazi. Dal 1965 è professore all’Università di Torino. È autore di diversi studi critici, fra i quali La poesia di M.E. Coleridge (1968), Harold Pinter: minaccia ed ambiguità (1971), Archeti- pi di fantautopia nel ‘600 inglese (1974), John Osborne (1978), Oscar Wilde, l’importanza di essere diverso (1981). È collaboratore della «Stampa» e di «Historia» ed è direttore di ricerca e membro del comitato di redazione del «Centro interuniversitario di ricerche sul “Viaggio in Italia”». Ha scritto inoltre per la RAI/TV numerosi sceneggiati e radiodrammi, fra i quali: Tusitala, A futura memoria, Giorno d’estate, La maledizione del cactus e, ultimamente, Sequestro scientifico.

Prima Edizione del 1983, a copertina rigida in tela rossa titolata in nero al dorso; rilegata a filo; dotata di sovracoperta lucida illustrata a colori, e di fotografie in B/N e a colori f.t., anche a tutta pagina.

Ottimo [non si notano danni, scritte, segni, strappi o usure gravi; legatura robusta; ingiallimento della carta del tutto nella norma, così come i minimi segni di vissuto e la diffusa opacità ai piatti della sovracoperta illustrata, nonché le lievi abrasioni ai bordi/spigoli delle copertine rigide, che non destano preoccupazioni]