L. Boccaccini, L. Carli e G. Gelli, La nave Romana di Comacchio, Ed. il Bibliofilo, 1983

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Per gli archeologi, la nave romana di Comacchio riveste un enorme interesse sia per quel che riguarda le tecniche costruttive e la strumentazione di bordo, sia per il carico in essa rinvenuto…

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Descrizione

Edizione e Anno il Bibliofilo, Ferrara, 1983 Illustrazioni Fotografie e disegni in B/N
N. Volumi 1 N. Pagine 37
Dimensioni 16,8 x 23,9 x 0,3 cm. Peso (senza imballo) 0,13 kg.
Descrizione

Nel 1980 durante lavori di drenaggio del canale collettore della vecchia bonifica, a poche centinaia di metri dalla città di Comacchio, fu rinvenuta il relitto di una nave romana. Tale rinvenimento fu indiziato dal recupero di vari frammenti lignei, a cui seguirono indagini archeologiche che portarono al disseppellimento dello scafo (mt. 21×5, a cui manca la prua) e il trasporto del relitto nel museo dedicato di Comacchio.

La nave risulta essere naufragata tra il 19 e il 12 a.C. e sembra essere stata abbandonata repentinamente, sia per la mancanza di resti umani, sia per la mancata asportazione del suo carico, di cui facevano parte anche materiali preziosi.

Da un punto di vista archeologico, la nave riveste un enorme interesse sia per quel che riguarda le tecniche costruttive e la strumentazione di bordo, sia per il carico in essa rinvenuto. Di quest’ultimo facevano parte oggetti delle più svariate tipologie, da materiali umili come ghiaie e legnami, a quelli più pregiati, come tempietti miniaturistici in bronzo e i 99 lingotti di piombo (forse di provenienza spagnola e che recavano timbri diversi); si ricorda inoltre la presenza di una stadera e di una notevole quantità di anfore commerciali.

Questo ritrovamento ha sollevato una serie di interrogativi riguardanti le cause del naufragio e l’ambiente in cui il seppellimento ebbe luogo. Per queste finalità, le ricerche hanno coivolto anche discipline attinenti le Scienze della Terra (geomorfologia, sedimentologia, paleontologia, ecc.), oltre all’archeologia e agli studi storici. Questi ultimi convergono sul fatto che in quest’area in epoca romana vi fosse un apparato deltizio sicuramente maggiore dell’attuale ed è probabile che il luogo del rinvenimento si trovasse sul grande ramo padano detto Eridano.

Per quel che riguarda le cause del naufragio e abbandono della nave, è stato appurato che avvenne in ambiente di spiaggia prossima ad una foce fluviale da cui provenivano materiali sabbiosi e fangosi in quantità, ma probabilmente la nave non fu del tutto sommersa. Sono ancora varie le ipotesi sull’abbandono della nave da parte dell’equipaggio e il mancato recupero del carico dopo il naufragio; è plausibile ritenere che questa abbia vagato ingovernata, per cause da definire, per poi arenarsi e non essere più ritrovata, forse perchè rapidamente sottratta alla vista, parzialmente sommersa e coperta dai sedimenti.

 

L’opuscolo qui in vendita è stata una pubblicazione “preliminare” – in sottotitolo, si autodefinisce “(prime considerazioni)” – nella quale evidentemente si forniva un rapporto iniziale sui ritrovamenti, insieme ai primi rilievi fotografici degli scavi. Oltre che per la documentazione tecnica, il libretto riveste ormai valore collezionistico locale e costituisce un “documento” storico nell’ambito della manualistica archeologica ferrarese.

Note bibliografiche

Prima Edizione del 1983, pubblicata privatamente a Ferrara da ‘il Bibliofilo’, a copertina morbida fotografica a colori con titoli al piatto; stampata su carta patinata semi-lucida di buona qualità, con buona marginatura alle pagine; rilegata a due punzoni; arricchita da tavole fotografiche e schemi in B/N.

Stato di conservazione

Come Nuovo [l’articolo proviene da scorte editoriali, pertanto non presenta danni né usure, fatto salvo un vago ingiallimento alle zone più esterne delle pagine, dovuto al tempo e nella norma].

Informazioni aggiuntive

Peso 0,13 kg
Dimensioni 16,8 × 23,9 × 0,3 cm
Luogo di pubblicazione

Ferrara

Anno di pubblicazione

Caratteristiche particolari

Formato

Illustrazioni

Genere

Soggetto

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