Rolando Bussi (redatto da), Guerre in ottava rima (IV voll.), Ed. I.S.R./Panini, 1989

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uasi mezzo secolo di guerre in Italia: battaglie sanguinose, eroiche imprese, episodi che si fissano nella storia e nella memoria di tante generazioni, prima ancora di entrare (e ben presto, con il Guicciardini) nella Storia e nei suoi costitutivi ritmi epocali, prima ancora di significare, una volta per sempre, l’apertura ufficiale della grande e lunga «crisi» italiana (e accanto e insieme a queste guerre d’Italia, la stabile, da secoli, profondamente radicata, presenza dei Turchi: anch’essa con le sue storie e le sue memorie di guerra, le sue ataviche paure).

Protagonisti di queste guerre, d’Italia e del Mediterraneo, sono imperatori e sovrani, principi e condottieri, prelati e pontefici: ma anche un esercito — alla lettera — di soldati e lettori. E sono questi lettori senza nome i destinatari di storie certamente minori, se non minime o irrilevanti: le tante storie che narrano l’universo incombente e quotidiano della guerra con una straordinaria interferenza di codici, quello della storia e quello del romanzo.

Qui i fatti e i personaggi sono «veri», e come tali sono dichiarati: ma funzionano come se fossero fatti e personaggi della grande e diffusa tradizione del romanzo di cavalleria, dei suoi cantari, prima della tipografia. Queste storie (molto spesso senza «autore»: emblema di questa stretta parentela con i testi cavallereschi) sono infatti composte in ottava rima: è la loro stessa forma metrica a orientarne la struttura culturale, il sistema comunicativo, le modalità di ricezione.

La tipografia interviene prontamente, riciclando tradizioni e gesti dell’oralità canterina nelle nuove forme della stampa: contribuisce, in misura determinante, alla reinvenzione e al successo se non proprio di un genere, certamente di una tipologia discorsiva e culturale. Stampe povere, anche marginali, almeno nella prima fase, per testi poveri e marginali, dal punto di vista, ovviamente, del sistema letterario umanistico e classicistico; stampe senza destino di biblioteca, per un pronto consumo: e pertanto oggi rarissimi, preziosi testimoni di un naufragio programmato.

Questi volumi intendono documentare le proporzioni e il senso di questo mondo di racconti di guerra, offrendone intanto gli strumenti di base per il loro stesso riconoscimento, in quanto unità bibliografiche (per un totale di 365); e soprattutto ripubblicandone in facsimile (proprio perché non si disperda nulla della loro eccezionalità materiale e merceologica) quasi la metà. Uno strumento che non solo facilita l’altrimenti disperante ricerca di questo universo testuale e culturale, ma soprattutto consente di riconoscerne finalmente la stessa esistenza e l’identità. Uno strumento per tutte le auspicate ricerche: materiali per tanti cantieri da avviare.

Struttura dell’opera:

1. Repertorio bibliografico e Indici
2. Guerre d’Italia [1482-1527], a cura di Marina Beer, Donatella Diamanti e Cristina Ivaldi
3. Guerre d’Italia [1528-1559], a cura di Marco Bardini, Maria Cristina Cabani e Donatella Diamanti
4. Guerre contro i Turchi [1453-1570], a cura di Marina Beer e Cristina Ivaldi

Prima Edizione del 1988/1989, a copertina rigida in tela grigio-azzurra, con titoli in bianco al dorso; dotata di sovracoperta opaca illustrata in B/N su fondo rosa; rilegata a filo; stampata su carta opaca di buona qualità e con ampie marginature ai testi; corredata da riproduzioni di incisioni in B/N.

Come Nuovo [i tomi non mostrano danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legature snodate e robuste; copertine rigide pressoché intatte; sovracoperte in ottimo stato, con minimi segni di vissuto ai bordi e diffuse sbiaditure al colore dei dorsi dovute alla luce; coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine molto contenuto e più che nella norma per il materiale e per l’età]